Paolo Caiazzo

Balcone a tre piazze

Peppe Barra

Massimiliano Gallo

Mettici la mano

Carlo Buccirosso

Maurizio Casagrande

  

Auditorium diocesano "Mons. Tommasiello": stagione 2023/24

Teano (CE) - Dal 25 Novembre 2023 al 11 Aprile 2024

Comunicato stampa

Dal 4 al 15 settembre sarà possibile, per gli abbonati della precedente Stagione Artistica, confermare la propria adesione conservando il posto precedentemente occupato.
Per tutti gli altri che desiderano acquistare l'abbonamento, sarà possibile contattare già da subito il botteghino e formalizzare l'acquisto dal 15 settembre in poi con la scelta della poltrona in platea o in galleria.
sabato 25 novembre, "Separati ma non troppo"» di Paolo Caiazzo e Francesco Procopio
con Paolo Caiazzo, regia Paolo Caiazzo
produzione ARTISTI RIUNITI
Le partite di calcetto settimanali oggi Separati Vs Ammogliati. Giulio a cinquant’anni si separa, è costretto a cambiar casacca e chiede ospitalità ad un suo ex avversario. Nicola, separato da tempo, occupa un appartamento di proprietà della vicina Carmela con probabili disturbi psicologici. Per questo l’uomo ha pattuito l’occupazione gratuita della casa in cambio di attività di badante. Per dividere le spese sempre più insostenibili, con l’aggravante di alimenti da passare alla ex, Nicola accetta la convivenza, ma Giulio scopre ben presto l’equilibrio precario della casa dovuto alle folli incursioni della proprietaria. In questo instabile habitat cercano comunque di superare la crisi esistenziale e depressiva dovuta alla nuova situazione da single ritrovata in tarda età. Il nuovo stile di scapoloni galvanizza i due rendendoli affiatati e complici nell’affrontare le ex compagne, ma dopo un iniziale periodo d’euforia, i due assumono ritmi più lenti e sobri come qualsiasi coppia di fatto. Nel tentativo di regalarsi una serata trasgressiva accettano un incontro al buio con due donne conosciute su Tinder. Scoprono ben presto di aver però agganciato le proprie ex. La serata prende una piega inaspettatamente piacevole ma le donne mostrano attrazione per l’ex marito dell’altra. I difetti dell’uno appaiono pregi per quella e viceversa scoprendo così affinità incrociate. In totale confusione, rivalità, e ritrovata gelosia, i due uomini non riescono a gestire l’anomala situazione fino a trovarsi di fronte ad un’insana proposta: Lo scambio di... ex coppie! Accetteranno?
sabato 9 dicembre, "Balcone a 3 piazze" di Mirko Setaro e Francesco Velonà, interpretato da Biagio Izzo e diretto da Pino L’Abbate
con Mario Porfito, Carla Ferraro, Roberto Giordano, Adele Vitale, Ciro Pauciullo
costumi Federica Calabrese, scene Massimo Comune, luci Luigi Raia, musiche Antonio Caruso
Napoli. Antivigilia di Natale. Un’insolita bufera ha interrotto tutti i collegamenti col resto dell’Italia. A causa della bufera, Alfredo ha dovuto rinunciare a un viaggio con la moglie, con cui è separato da sei mesi, un viaggio in cui sperava di riallacciare i rapporti con lei.
Mentre è da solo in casa, sente bussare al balcone. Un uomo infreddolito gli chiede di farlo entrare. È Riccardo, l’amante della signora a fianco. È dovuto scappare sul cornicione perché, a causa della tempesta, il marito è tornato a casa prima del previsto. La signora a fianco, però, è Elis, nuova e giovane moglie venezuelana di Michele, amico e vicino di Alfredo.
Alfredo, il giorno prima della vigilia di Natale si ritroverà a vivere una favola al contrario. Sarà, infatti, costretto a coprire la tresca di Elis ai danni del suo amico Michele, spacciando Riccardo per suo cugino. Dovrà recuperare il rapporto con sua moglie. E dovrà anche fronteggiare Ciro, un rapinatore capitato anch’egli sul suo balcone per scappare dall’appartamento in cui si era introdotto.
La bufera inaspettata, insomma, ha sconvolto i piani di tutti i personaggi, che si trovano a vivere una vigilia di Natale piena di equivoci.
mercoledì 3 gennaio, "La cantata dei pastori" di Peppe Barra e Lamberto Lambertini, diretto da Lamberto Lambertini
con Lalla Esposito
musiche Giorgio Mellone, scene Carlo De Marino,
costumi Annalisa Giacci, disegno luci Francesco Adinolfi
regia Lamberto Lambertini
La Cantata dei Pastori è uno dei testi più longevi della nostra tradizione teatrale barocca, fu scritta alla fine del Seicento (1698) da Andrea Perrucci. Da più di tre secoli, è continuamente rappresentata con rimaneggiamenti e riscritture, in ultimo dallo stesso Peppe Barra.
La Cantata dei Pastori è il maggiore successo degli ultimi decenni della tradizione natalizia partenopea che dalla metà degli anni ‘70 del secolo scorso conquista le platee teatrali di tutto il mondo e di ogni età.
Una “macchina” fantastica e fiabesca che attinge al sapere centenario di una cultura della scena tra le più popolari e radicate dell’Occidente quale è quella delle sacre rappresentazioni della tradizione partenopea.
“A Messa, o a Teatro!” Questo dilemma, al termine della cena della Vigilia, negli anni passati, metteva in crisi il popolo napoletano. Messa di mezzanotte o “La Cantata dei Pastori”, sempre a mezzanotte, ma a teatro?
Peppe Barra è riuscito a mantenere questo appuntamento rituale, questa rappresentazione popolare, per più di quaranta anni.
Di nuovo insieme a Lamberto Lambertini, la ripropone in una nuovissima edizione, per offrire sorprese continue, colpi di scena imprevisti, risate irrefrenabili e lacrime di commozione.
Immaginate due napoletani, due morti di fame: Razzullo, scrivano in abiti settecenteschi, capitato in Palestina per il censimento voluto dall’Imperatore Romano; e Sarchiapone, suo compaesano, in fuga per i crimini commessi, mentre Giuseppe e la Vergine Maria vagano in cerca di alloggio per far nascere Gesù. Immaginate una tribù di Pastori in attesa del Messia.
Immaginate una turba di Diavoli, mandati da Lucifero sulla terra per uccidere la Sacra Coppia, spaventare e torturare in tutti i modi i due disgraziati compagni, che le provano tutte pur di trovare un lavoro che permetta loro di mangiare.
31 gennaio, "Mettici la mano" di Maurizio De Giovannicon Antonio Milo, Adriano Falivene, Elisabetta Mirra, regia Alessandro D'Alatri
produzione Diana Or.I.S., costumi Alessandra Torella, scene Toni Di Pace
musiche Marco Zurzolo
Questo progetto nasce come una costola della saga de 'Il commissario Ricciardi', dopo il successo della serie televisiva a cui ho lavorato. Dalla straordinaria e immaginifica penna di Maurizio de Giovanni, due tra i volti più colorati si staccheranno dalle vicende del filone corale del Commissario e torneranno a raccontarsi con il pubblico, ma questa volta dal vivo: il brigadiere Maione e il femminiello Bambinella. Due figure che non fatico a descrivere come maschere, unici tra i personaggi dei romanzi ad indossare un costume: uno con il rigore della divisa e l?altro con la leggerezza della femminilità travestita. La vicenda manterrà la sua ambientazione napoletana, città che continua amorevolmente a vivere nella mia esperienza, raccontata in un periodo temporale diverso da quello dei romanzi. Qui troveremo una Napoli devastata dalle conseguenze del nazifascismo, martoriata dagli allarmi e dai bombardamenti, ma mai priva di quella carica di umanità e di amore per la vita. Medesimi saranno i due attori che hanno interpretato la serie tv: Antonio Milo e Adriano Falivene. Una garanzia artistica in equilibrio tra dramma e commedia che sicuramente restituirà al pubblico la gioia di ritornare in platea. La novità è nel ruolo di Melina, straordinario sguardo sul sacrificio femminile di quell'epoca. Medesimi saranno anche i reparti artistici che mi affiancheranno in questa nuova avventura: chi ha amato i romanzi e la fiction ritroverà la stessa poetica e lo stesso divertimento. A completare la magia ci saranno le musiche di Marco Zurzolo. Aggiungo il piacere e l'orgoglio di collaborare con il teatro Diana, un'istituzione nella storia del teatro napoletano.
SINOSSI DELL'AUTORE
Primavera del 1943, a Napoli. Una tarda mattinata di sole, in cui la gente di un quartiere popolare tenta faticosamente di trovare una parvenza di vita normale, viene squarciata dalle sirene: arrivano gli aerei alleati, c’è il pericolo di un nuovo devastante bombardamento.
La scena è un vano interrato in tufo, uno scantinato che fa da rifugio improvvisato per proteggersi dalla morte che viene dal cielo. In un angolo del locale una statua della Madonna Immacolata, miracolosamente scampata alla distruzione di una chiesa e in attesa di nuova sistemazione, davanti alla quale brilla qualche lumino a testimonianza del fatto che la gente del quartiere va a visitarla saltuariamente anche lì.
E’ qui che si ritrova una strana compagnia, riunita dalla necessità di riparo: il primo ad arrivare è Bambinella, un femminiello che sopravvive esercitando la prostituzione e che conosce tutto di tutti, sia per una naturale propensione al pettegolezzo, sia perché le persone vanno a confidarsi con lui, secondo una consolidata tradizione popolare.
Poco dopo arriva il brigadiere Raffaele Maione, che ha appena arrestato Melina, una ventenne che ha sgozzato nel sonno il marchese di Roccafusca, un ricchissimo nobile il cui palazzo si trova a poca distanza e nel quale la ragazza faceva la cameriera.
Mentre fuori la porta in cima alle scale le voci della gente si trasformano in un pauroso silenzio e poi nel progressivo avvicinarsi del fragore delle bombe, mentre l’imminenza della possibile morte diventa sempre più vicina, il dialogo tra i tre occupanti il rifugio improvvisato si fa sempre più profondo e serrato. La Madonna, muta e addolorata, verrà chiamata in causa mentre apprendiamo in maniera frammentaria cosa è realmente accaduto nel palazzo di Roccafusca e perché, e come Bambinella si trasformerà in avvocato difensore e Maione nell’accusa di un processo che vedrà nella statua di gesso un giudice silenzioso e tuttavia accorato.
Le esplosioni, sempre più vicine, terribili e minacciose, accompagneranno la comprensione della realtà e una serie di riflessioni, da differenti punti di vista, sulla vita, sulla morte, sulla famiglia, sulla giustizia e sulla fede in Dio. E anche in merito alla fame, allo stato di necessità e all’arroganza del potere. Maione, Bambinella e la loro strana, assurda amicizia a distanza di dieci anni dall’ultima volta che li abbiamo incontrati con Ricciardi, a confronto col momento più buio e terribile della storia della città.

Maurizio de Giovanni
20 febbraio, MusicaèManagement presenta Gino Rivieccio in "Da cosa nasce cosa" di Gino Rivieccio e Gustavo Verde
regia Vincenzo Liguori
Gli accadimenti degli ultimi due anni non possono passare inosservati. I cambiamenti sociali ed economici, quelli climatici, per non parlare di quelli umorali, hanno fatto si che la nostra vita cambiasse repentinamente.
Senza contare il Covid che ha mutato il nostro stile di vita facendoci chiudere dietro le imposte della diffidenza e dell’isolamento. Ma è sul virus della stupidità e della insulsaggine imbevuta di follia contro il quale non c’è nessun vaccino, che Gino Rivieccio in questo suo monologo teatrale batte l’accento.
Un virus che sembra aver ottenebrato le menti anche di chi dovrebbe governare il mondo. Con la consueta ironia e con il garbo e la misura che caratterizzano i suoi spettacoli, il comico napoletano in Da cosa nasce Cosa ci porta a sorridere e a riflettere collegando i vari argomenti che affronta come un bambino che trascina le carrozze del trenino legate da un filo sottilissimo.
Lui è un capotreno istrionico che sa sottolineare anche con dei francobolli musicali e con il supporto di tre vocalist, le varie fasi dello show. In scena al pianoforte il maestro Marco Ciardiello.
sabato 9 marzo, "Il viaggio del papà" una commedia di Maurizio Casagrande e Francesco Velonà
cast Ania Cecilia, Michele Capone, Giovanni Iovino
performer Arianna Pucci
disegno luci Saverio Toppi, scenografia Max Comune, costumi Mariarosaria Riccio
regia Maurizio Casagrande
Questa è la storia di un padre e di un figlio che non si conoscono. Provano un profondo fastidio l’uno nei confronti dell’altro, divisi da sempre dalle loro differenze. Il padre avrebbe voluto un figlio che gli somigliasse; pragmatico, efficiente e spregiudicato, sempre alla ricerca del successo personale, esattamente come lui.
Invece gli è capitato un figlio sognatore, vacuo e incapace di realizzare qualunque cosa. Il figlio dal canto suo, avrebbe voluto un padre che non incarnasse rigidamente la figura genitoriale, ma che fosse senza pregiudizi nei suoi confronti, che avesse una visione più ampia e moderna del mondo.
Due realtà che non si capiscono. Un padre ed un figlio che si danno la possibilità dell’incontro decidendo di fare un viaggio insieme, con la speranza che questa esperienza condivisa possa abbattere il muro che li divide.
Durante il loro viaggio accadrà un evento straordinario che li porterà a cambiare la loro visione del mondo. Come novelli Robinson Crusoe si ritroveranno naufraghi su di un’isola sconosciuta, costretti a cooperare e aiutarsi a vicenda per sopravvivere.
Scopriranno che quell’isola non è come tutte le altre. È fatta di plastica e tutto quello che troveranno in quel luogo non è quello che sembra. Questo li porterà ad un incontro con un essere sovrannaturale che, attraverso il linguaggio universale della musica, chiederà il loro aiuto per non morire.
“Ci tenevo molto però a raccontare questa storia perché credo sia molto importante, vedere un uomo convinto di sapere tutto, crollare di fronte ai suoi peggiori incubi, fa sempre ridere, e far ridere è la mia missione principale.
Se poi nel farlo, riesco ad accendere anche una piccola riflessione sono veramente felice. Ah, dimenticavo, il titolo è “Il viaggio del papà”, perché in fondo il papà è il nostro primo eroe.”
11 aprile,  Carlo Buccirosso in “Il vedovo allegro”
scritto e diretto da Carlo Buccirosso
Tre anni dopo la fine della pandemia, Cosimo Cannavacciuolo, vedovo ipocondriaco stabilmente affetto da ansie e paure, inquilino del terzo piano di un antico palazzone situato nel centro di Napoli, persa la sua amata moglie a causa del virus, si ritrova a combattere la solitudine e gli stenti dovuti al fallimento della propria attività di antiquariato, che lo ha costretto a riempirsi casa della merce invenduta del suo negozio e a dover lottare contro l’ombra incombente della banca concessionaria del mutuo che, a causa dei reiterati mancati pagamenti, minaccia l’esproprio e la confisca del suo appartamento…
La vita di Cosimo sarebbe stata molto più vuota e monotona senza la presenza di Salvatore, bizzarro custode del palazzo, e dei suoi due figli Ninuccio e Angelina, il primo in costante combutta con lo stesso e la seconda votata al matrimonio e
alla pulizia del suo appartamento.
Ed è anche per fronteggiare le difficoltà economiche del momento che Cosimo ha concesso l’uso di una camera dell’appartamento a Virginia, giovane trasformista di cinema e teatro che gli porta una ventata di spensieratezza che non guasta…
Ma la vera angoscia del vedovo antiquario è rappresentata dai coniugi Tomacelli, vicini di casa, depositari di un drammatico segreto che da mesi contribuisce a rendere ancora più complessa la sua quotidiana e strenua lotta per la sopravvivenza!
Riuscirà l’inquilino del terzo piano ad uscire dal baratro in cui è piombato ormai da tre anni? Lo scoprirete solo venendo a teatro…
Venerdì 19 aprile, ore 20.45, Malfi Music presenta Peppe Iodice in "So’ Pep... Sempre di più" spettacolo di Peppe Iodice
scritto con Marco Critelli e Francesco Burzo
regia e terapia di Francesco Mastrandrea
Tutto il mondo sta provando a venire fuori da un periodo estremamente complesso: guerra, pandemia, crisi economica hanno cambiato le regole del gioco! E per gli artisti non ha fatto differenza, così quando nella scorsa stagione abbiamo pensato al nuovo spettacolo insieme a Peppe Iodice, ci siamo detti che forse ci avrebbe fatto bene usare questo nuovo show come un’occasione per liberarci dalle nostre paure, preoccupazioni, perplessità, e dove farlo se non in teatro? Da sempre nostro luogo preferito per esprimere emozioni.
Abbiamo così deciso di condividere con gli spettatori le riflessioni, i pensieri e la personalissima visione comica della realtà che ha reso Peppe un beniamino del pubblico.
La versione aggiornata di questo show è sempre più attuale, sempre più irriverente e sincera, sempre più vicina al ritratto di Peppe Iodice, uomo e artista, sempre di più Pep!
Insieme al pubblico proveremo a dare vita a una terapia di gruppo, alla nostra maniera, e vi sveleremo i nostri segreti, liberamente e senza filtri, tanto alla fine ‘resta tra noi’.
24 maggio, "Stasera, punto e a capo" di Massimiliano Gallo
con Massimiliano Gallo, Pina Giarmana', Shalana Santana
regia Massimiliano Gallo
produzione Diana Or.i.S.
musiche Maestro Mimmo Napolitano
Stasera, Punto e a Capo. Si mette un punto per cominciare. Cominciare da capo, riprendere, ma non per forza facendo un passo avanti. Si può ricominciare anche tornando un pò più indietro. Azzerando, portando a zero, cancellando, annullando quello che di buono non si è fatto. Quello che buono non è. E allora facciamolo: generazione a confronto! Per capire se questa vita è quella che ci siamo scelti, la migliore soluzione per noi, o quella che ci hanno preparato. Avremmo bisogno di tre vite in verità: una per sbagliare, una per correggere gli errori, una per riassaporare il tutto. Io un po' la invidio la mia adolescenza, invidio i miei anni ottanta! Gli anni della fiducia, del benessere, della positività. I primi video clip, gli Swatch, la New wave, il Commodore 64, il Muro di Berlino, Canale5, la donna in carriera, il telefono a gettoni, Reagan e Gorbaciov. Vorrei uno spettacolo straordinario, una festa, un motivo per rincontrarsi, una festa, un motivo per rincontrarsi e ridere di come eravamo, di quello che siamo diventati. Farà bene a quelli della mia generazione e farà bene anche ai millennials, che sorrideranno al pensiero di come vivevano i loro genitori. Sarà uno splendido viaggio, fatto di parole, immagini e canzoni. Voglio dividere con voi le mie emozioni più grandi. Ho un sogno rispetto a questo spettacolo: vorrei stupirvi, lasciarvi a bocca aperta e affidarvi una sensazione di gioia che vi accompagni per giorni. Ho un sogno rispetto a questo spettacolo: vorrei stupirvi, lasciarvi a bocca aperta e affidarvi una sensazione di gioia che vi accompagni per giorni. Mi piacerebbe farvi tornare un po' bambini, per darvi la possibilità di riscoprire quello che abbiamo perso in questi anni. Siamo migliori di come siamo, e forse lo abbiamo dimenticato. I miei compagni fissi in questo viaggio saranno come sempre Shalana Santana, Pina Giarmanaì e cinque straordinari musicisti. Con loro al mio fianco mi sento al sicuro. Non vedo l'ora di stringervi, non vedo l'ora di buttarvi le braccia al collo, se ce lo consentiranno, è chiaro. Massimiliano Gallo

Auditorium diocesano "Mons. Tommasiello", Viale Italia, Teano
Telefono: 0823 885096

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