Angelo Callipo

Angelo Bove

Gino Accardo

Solyloqui

La trappola

Dittico donne

Ero Verlaine

Beatrice Schiaffino

Viviana Miele

Nicoletta Lombardi

Vitrone

Mimmo Cappuccio

Sally Cangiano

Michele Papale

Sonorita’ Napoletane

Antonello Musto

Quartetto Espresso

Lea Ercolani

Wince Gnesutta

Sincope Irregolare

Angelo Barricelli

Emilio Merola

Maria Pia De Simone

  

Piccolo Teatro CTS: 23 stagione teatrale

Caserta - Dal 25 Novembre 2023 al 5 maggio 2024

Comunicato stampa

18 Novembre, ore 18, Festa per il teatro
nel corso della festa per il teatro verrà presentata alla stampa la nuova Stagione Teatrale
25 e 26 Novembre, Angelo Callipo in “Tutte le donne che vedo, quando vedo te”
Testo, regia e interpretazione: A. Callipo
note di regia: “Questo spettacolo è tante cose, ma è innanzitutto un atto d’amore. Un atto d’amore per le tante donne che hanno attraversato e ancora attraversano le nostre vite, quelle che ci scelgono e che scegliamo ogni giorno, quelle che ci hanno salvato anche solo con uno sguardo, quelle che hanno la saggezza necessaria a non farci deviare e quelle che sanno perfettamente quando è il momento di cambiare tutto e non voltarsi indietro. Madri fatte della stessa concretezza della terra, sorelle che sono custodi silenziose, figlie che hanno chiesto abbracci e promesso carezze, amanti eternamente e splendidamente generose. Tutte queste donne hanno permeato nel tempo la mia scrittura teatrale; potrei dire, senza timore di essere smentito, che ogni spettacolo che ho scritto è stato il tentativo di dire una parola, anche una sola parola in più, su quel grande mistero che è la donna. Non ho mai avuto la pretesa di spiegarlo o di comprenderlo, semmai l’incontenibile voglia di raccontarlo. Questo spettacolo , per queste ragioni, un atto d’amore che prova a raccontare, con le tante parole che nel tempo ho dedicato alla donna, quello che di meraviglioso e sacro in essa si cela. Per queste stesse ragioni è anche un viaggio, un viaggio in me e per me, a ritroso nel tempo e nella memoria, un viaggio sentimentale e poetico, disincantato e ironico. Ma un viaggio, si sa, è scandito da tappe, i diversi brani e le diverse figure femminili di cui lo spettacolo si compone sono dunque le tappe del mio personale viaggio al centro dello stupefacente universo che porta il nome di donna”.
2 e 3 Dicembre, Angelo Bove e Pippo Infante in “Broadway Napoletano”
un mini musical scritto, diretto, adattato e interpretato dallo stesso Bove. E’ uno spettacolo prevalentemente musicale, oltre ad essere composta da sketch da cabaret, eseguiti per la maggior parte in lingua napoletana. Questa messinscena e stata opportunamente “apparecchiata” per proporre una comicità, certamente con licenziosità impudica, ma senza dubbio con notevole ironia, evitando un calo di stile. Si assisterà a un’aberrante e ironica scenetta di anziani coniugi, che per dare nuovo brio sessuale al loro degenerato rapporto, decidono di pubblicare un annuncio per trovare un “terzo”, e provare a fare sesso a tre. Si alterneranno vari siparietti comici sotto forma d’indovinelli, oltre che, personaggi come l’onorevole Tartaglia (balbuziente) alle prese di un anomalo comizio elettorale. Si trascorreranno momenti musicali con una sana allegria. In questo periodo particolare, è arrivato il momento di cambiare l’itinerario culturale: la medicina ufficiale ci dice che il sorriso e la musica rappresentano la naturale cura contro la depressione e la negatività, soprattutto quando le circostanze si presentano avverse come quelle attuali
9 e 10 Dicembre, Adriana Carli in “Saponi e delitti. Il caso Cianciulli”
Testo e regia di A. Carli, con A. Carli, B. Minotti e V. de Bisogno
 "Sorridi mostro". E il mostro sorride compiaciuta al fotografo, fermando nella storia l'immagine di quel ghigno malefico alla fine del processo. La messa in scena associa ai momenti salienti dei dibattimenti di accusa e difesa, veri e propri momenti teatrali, in cui la vicenda drammatica ripercorre il momento cruciale dei delitti con suggestioni audio-visive che interagiscono con l'azione degli attori. Leonarda Cianciulli fu accusata di aver ucciso tre donne e di aver fatto scomparire i loro corpi in modo atroce, in un clima di superstizione, ignoranza, follia. La storia di Leonarda Cianciulli termina il 15 ottobre 1970 in una fossa comune di Napoli. Apoplessia cerebrale, la saponificatrice esce dal carcere (cadavere) proprio come avevano previsto le sue carte: "Dicono che sarò libera nel 1970". L’allestimento di questa pièce si è avvalso della collaborazione, (per quanto riguarda la ricerca e la competenza processuale) di Vincenzo Siniscalchi e della disponibilità di Mauro Giancaspro. Questo spettacolo è stato presentato a Villa Di Donato, alla Biblioteca Nazionale di Napoli, alla Sala Rari e al Teatro Valle di Roma. In scena oltre alla stessa regista e autrice Adriana Carli ci sarà anche Bruno Minotti e Vittorio de Bisogno
Domenica 17 dicembre, ore 21, "Quando la coppia scoppia" scritto diretto e interpretato da Eufemia Sparago e Paolo Nicolella
Una classica coppia medio borghese italiana, con tutto il fardello di ansie, noia, crisi stabili e/o passeggere, che opprimono quasi tutte le coppie alla soglia della mezza età, una fase della vita in cui ci si sente vecchi, ma non troppo, giovani, ma neanche tanto, maturi, ma senza esagerare. Perché la coppia non scoppi, ci si affida, così, a vari rimedi e soluzioni anche un po’ esagerate, dettate più da interessi (molto) personali che dalla volontà di raggiungere il bene della coppia stessa. E così il rapporto diventa sfida, competizione, rivalità, con annesse ripicche e vendette. Si salverà il matrimonio? In un certo senso si, ma… Un atto unico semiserio, semidrammatico, semicomico, che regala allo spettatore buonumore, sorrisi, ma anche spunti di riflessione. In poco più di un’ora, il pubblico assisterà a continui capovolgimenti di fronte in cui la vittima diventerà carnefice e viceversa, in un ambiente grottesco, quasi surreale, condito da colpi di scena e humor inglese. Il ritmo incalzante della commedia carpisce l’attenzione del pubblico fin dal primo minuto e contribuisce a rendere lo spettacolo brioso e gradevole.
13 e 14 Gennaio, Franco Silvestri in “Tutto quanto fa spettacolo”
Illusionismo, magia, giochi di prestigio, musica, canto, intrattenimento, improvvisazione interattiva con i presenti, … praticamente tutto ciò che è spettacolo
27 e 28 Gennaio, Prod. Attitude presenta Nicoletta Severino in “Soliloquy”
spettacolo di danza: Soliloquy “Cosa vedi quando spegni la luce?Non posso dirtelo, ma so che è mio” J. Lennon. Una Produzione della Attitude di e con Nicoletta Severino, con la partecipazione di Sabrina Aurioso. Photo: Fernando Alfieri e Claudio Paliotti.
Che succede nell’attimo in cui spegniamo la luce? Vengono a galla tutte le sensazioni represse, i pensieri reconditi, i desideri rimossi, le paure non dette, le emozioni profonde, i sentimenti sinceri, la dimensione infantile. Soliloquy porta in scena quello che prende vita quando spegniamo la luce, ci catapulta in un caos emotivo senza riserve, conducendoci in una dimensione estremamente intima e profonda. La protagonista porta in scena l’interiorità del proprio vissuto dandogli forma esteriore, in una danza interiore in cui dialoga con se stessa, la propria interiorità, gli oggetti, lo spazio e il tempo; si guarda dentro e si guarda allo specchio, ride, piange, gioisce, soffre, vive. Con una colonna sonora tutta al femminile prende vita una danza viscerale, fatta di carne, che ci mostra la fatica del costruire e la facilità del distruggere, la profondità e la scanzonatezza, l’acutezza dei sensi, la forza e la fragilità, la spavalderia e la delicatezza; ci mostra quanto siamo persi e brancoliamo nel buio, quanto tentiamo, falliamo, riproviamo, quanto siamo performanti e quanto tocchiamo il fondo. Facciamo show quasi ogni giorno, ma infondo quella è tutta estetica, la verità è nella nostra capacità immaginifica, nell’odore dello spirito adolescente forte e incosciente che torna a sollecitare il nostro olfatto, nell’entusiasmo e la purezza dei bambini che ci portiamo dentro. Allora, con quello sguardo rinnovato, ci guardiamo attorno con ritrovata meraviglia e ci sentiamo grati.
3 e 4 Febbraio, Comp. Fuoribolla in “La trappola”
La Trappola è uno spettacolo teatrale presentato dalla compagnia teatrale FuoriBolla, ed è tratto dall’omonima novella di Luigi Pirandello del 1912. L’interprete unico di questa piece è Marco Stizza, mentre la regia è stata affidata a Karma Gava.
Questa la sinossi: Il protagonista, rimasto solo con il padre malato, racconta la storia di una donna e di un inganno subito e riflette su quanto gli esseri umani, sotto i condizionamenti della società, si abituino a indossare maschere, finendo ben presto in “trappola”. L’ambientazione della storia è stata portata in una cucina per cercare di ancorare le riflessioni ai gesti quotidiani, ed è stato aggiunto un breve prologo per introdurre i personaggi e dare allo spettatore la possibilità di collocarli in una cornice narrativa. Un precedente adattamento è stato portato in scena per la prima volta al Teatro Leonardus di Bogotá nel 2017. Lo spettacolo è andato in scena al Catania Fringe Festival 2022. Marco Stizza, nato a Padova il 28/03/1981, è un attore italiano laureato in Filosofia all’ università di Venezia. Per due anni ha studiato all’accademia d’arte drammatica “Nico Pepe” di Udine, dove ha ricevuto lezioni di recitazione da prestigiosi maestri e attori: Giuseppe Battiston, Carlo Cecchi, Pier Bilan, Yuri Alshitz, Luigi Lo Cascio, Julie Stanzak. Nel 2005 è stato protagonista dello spettacolo “Blue Moon ossia la storia di Romeo e Giulietta” sotto la regia di Toni Cafiero. Dal 2006 al 2009 è stato membro della compagnia teatrale “Il cocchiere del sogno” di Naira Gonzales (regista e attrice di fama internazionale, ex Odin Theatre), con cui ha realizzato gli spettacoli “Viaggio visionario” e “Il sogno di Ardem”, oltre ad organizzare laboratori di recitazione in tutta Italia.
17 e 18 Febbraio, Comp. La Nuova Comune in “Scetate Partenope”
Testo e regia di D. Di Francesco, con D. DI Francesco e M.G. Pulieri
Uno spettacolo di e con Deborah Di Francesco e con Marco Gregorio Pulieri. Un viaggio onirico che vede Partenope svegliarsi ogni volta in un mito diverso, sollecitata dal giovane cantastorie Cimone che, come dice egli stesso, “si diverte a farla rivivere”, accompagnandola tra musica e silenzi, parole e sguardi, giochi allegri e profonde sospensioni, risate e pianti, ironia e sorte, sacro e profano, burle e dolore, sangue e riconoscenza. Un viaggio, questo, che Partenope fa dentro di sé. Un racconto di ironico e rabbioso affetto fatto da Napoli a Napoli stessa. La scena finale vedrà Napoli con gli occhi di Partenope che si aprono per davvero e che ne osservano lo scempio e la bellezza pulsante, di quella vita che solo il mezzogiorno può sentirne i battiti. E tu? E noi? Noi potremmo anche decidere di non perdonarla, ma MAI di dimenticarla. Sta al pubblico decidere come andrà a finire. E...sappiate che nulla è come sembra! “SCETATE!” “SVEGLIATI.”
2 e 3 Marzo, B.O.Z. Produzioni Artistiche in “Un sasso e’ caduto nel bicchiere” regia R. G. Zappia
con: J. Nicodemo, F. Giaquinto, P. Farina. Aiuto regia Max Oliva
tratto dal libro di Marco Paolini.
Nell’angolo sicuro della sua casa, nella cantina per l’esattezza, un impiegato dà vita al proprio sogno di bambino: essere un pugile professionista. Agli angoli opposti della stanza due sedie a formare una sorta di ring, s’infila l’accappatoio da boxe, i guantoni e tutto l’occorrente che serve ad un pugile. Suona la campanella inizia a boxare con l’aria, tutto bardato come se fosse il campionato del mondo dei pesi massimi, però Silvio si stanca in fretta e prende un libro che ha sulla sedia, parla di una tragedia, di una parte di montagna che staccandosi ha travolto un intero paese, si addormenta leggendo il suo libro e sogna di boxare, di insegnare ad una classe. In questo viaggio onirico appare il suo capo, la collega di cui è innamorato, e alla fine diventa tutto un circo… si sveglia, suona la campanella di fine incontro, alza le mani al cielo, felice di aver vinto il campionato del mondo dei pesi massimi e di essere ancora vivo per non essersi mai trovato in una tragedia simile.
16 Marzo, ore 21, Viviana Miele in "I’m water".
Viviana è laureata in Scienze dello Spettacolo e della Produzione Multimediale presso l’Università di Bologna, attrice, regista e autrice. Dopo le esperienze maturate tra l’Italia e la Francia, ha scelto la sua terra d'origine, l’Irpinia, area interna della Campania, come punto di partenza per le sue attività creative. Ama l’ibridazione delle forme: teatro, musica, danza e linguaggi multimediali. Ideatrice di progetti multiformi, ha collaborato con Franco Dragone, maestro indiscusso del Cirque du Soleil. Ha ideato e gestito diversi progetti di teatro per il sociale. Uno dei suoi più riusciti e Pinocchio. In seno all’associazione Musikarma ha portato avanti il progetto Paesaggi Sonori e sviluppato il concept Virtual Soimdscapes. Convinta che l’arte sia uno strumento indispensabile alla crescita individuale e collettiva, Viviana Miele ama alternare la ricerca e l’attività didattica alle sperimentazioni sul palcoscenico. Rispetto alla musica ha sempre avuto un approccio intuitivo. Autodidatta, ha poi frequentato la scuola di musica “Atla” di Parigi, dove ha studiato canto e tecnica vocale con Cecile Recchia, Natalie Bomlaud e Cecile Bonardi. Lo studio e la pratica le hanno permesso di esplorare sempre più le potenzialità del suo strumento. Cantautrice, si ispira ad artisti come Anousha Shankar, Leonard Cohen dei quali ci propone qualche cover. Le sue composizioni musicali ruotano attorno al tema dell’acqua che si manifesta nei suoi vari stati (rugiada, neve, grandine, pioggia..). Ogni brano racconta un’esperienza vissuta a contatto con la natura ed incarna le emozioni che essa suscita. I'arn water e un inno alla vita, un invito a fondere l’esperienza musicale con il paesaggio interiore. La musica di Viviana punta all’essenzialità attraverso l’esplorazione del suono e del disegno melodico, creando delle atmosfere delicate, utilizzando oltre alla voce il suono dello shruti box e del rainstick.
6 e 7 Aprile, Comp. Imprevisti e probabilità in “Dittico donne”
Con Soledad Agresti, Barbara Russo e Valentina Fantasia. Regia di Raffaele Furno
Testi originali di Soledad Agresti. Musiche originali di Laura Cingolani. Insieme, le tre donne protagoniste di Dittico Donne incarnano un femminile mitico e terribile, evocativo delle tragedie dell'antica Grecia, ma strenuamente moderno ed immerso nel mondo che tutti noi abitiamo: la donna crea, è generatrice, ventre materno che accoglie, cura, protegge. Madre natura è donna, perché il suo ciclo vitale e riproduttivo è un macroscopico ventre materno da cui nascono fiori e frutti di ogni tipo. Ma nel ciclo riproduttivo, nell'alternarsi di primavere e inverni, non c'è solo la vita. In sé è insito anche il momento della morte o dell'attesa. Ida e Ada sono due donne sole. Ida e Ada sono state entrambe abbandonate da uomini approfittatori, che da loro volevano solo una cosa.... quella cosa là. Tra Ida e Ada c'è un segno di confine, che delimita i loro spazi vitali. Tra Ida e Ada c'è un albero di mele. A chi appartiene? Chi lo ha piantato? Chi ha diritto a godere del frutto che ne nasce? La gestualità delle due attrici è netta, secca, precisa. L'intera idea di messa in scena si incentra sul binomio "accogliere" e "rifiutare", perché le donne sono generalmente percepite come accoglienti, nutrici, ma le due protagoniste hanno subìto, e forse agito più volte, azioni di rifiuto terribili ed estremi. Il secondo atto, Gli strumenti della Bramosia é un monologo adattato dal testo teatrale di Judith Thompson. Una donna irachena, intenta a curare i fiori del suo giardino, narra la sua vita trascorsa sotto il regime di Saddam Hussein e l'occupazione americana durante la Guerra del Golfo. Nel giardino c'è uno splendido albero di datteri, forte, alto, centenario. Ma gli alberi sono sempre associati al maschio. Alle donne e riservato il mondo dei fiori, più delicati, colorati, profumati. Un mondo di bellezza. La protagonista non può vivere di quella bellezza, perché le è negata dalla storia violenta e repressiva del suo paese. Lei deve essere forte come un albero, radicarsi, e resistere alle tempeste scatenate dalla repressione della polizia segreta, prima, e dalle bombe americane, poi. Deve proteggere la sua famiglia, i suoi figli. Da questo parallelo arcaico e metaforico nasce il progetto di Dittico Donne, già finalista al Catania Fringe Festival ed inserito nel cartellone 2022- 2023 di vari teatri tra cui la Sala Iqbal di Formia ed il Teatro La Ribalta di Salerno. ll primo atto, Il Frutto è un testo originale dell'autrice e attrice Soledad Agresti che ha vinto nel 2021 il Premio Fitalia come miglior tragedia.
13 e 14 Aprile, Beatrice Schiaffino in “La Papessa” di Andrea Balzola
Musiche di Alessandro Panatteri; costumi di Loredana Redivo; regia di Carmen di Marzo.
"La donna che vuole sapere è pericolosa... La donna che sa è ancora più pericolosa.” Ecco una della prime battute con cui si apre questo spettacolo intimo e avvincente, che narra la storia della Papessa Giovanna, la donna che ha sfidato ogni legge e dettame del suo tempo (IX secolo) pur di affermare la propria identità. In un’epoca in cui la donna era discriminata fin dalla nascita come inadatta alla cultura e alla spiritualità, Giovanna si ribella, studia, si spinge oltre ogni limite fingendosi anche uomo, fino a rendere possibile l’impossibile: diventare Papa con il nome di Giovanni VIII. A metà - non a caso - tra storia e leggenda, la figura della Papessa diventa archetipo collettivo di coraggio e affermazione individuale, di conoscenza e solidità, come suggerito anche dalla misteriosa Carta dei Tarocchi. Una storia di fede e passione, antica eppure sinistramente attuale... Il testo audace di Andrea Balzola tratta di emancipazione al femminile, ma parla a ciascuno di noi, incitando lo spettatore a difendere la propria libertà individuale, a qualsiasi costo. Quindi la storia di una grande donna che ha sfidato il suo tempo per affermare la sua identità e potenzialità, partendo dalla libertà di essere se stessa e difendendo con fierezza il suo diritto di esistere, esprimersi e agire nel mondo. Un profondo percorso identitario, quello di Johanna, vissuto all’insegna del coraggio e della tenacia: vive e agisce di “testa” e “cuore”, affronta una vita molto dura, si oppone a ogni regola e dettame del suo tempo (IX secolo) che discriminano la donna come inadatta alla cultura e alla spiritualità. Con un’audacia e un’intelligenza singolari. Johanna accoglie le sue vulnerabilità e fragilità trasformandole in virtù. La figura di Johannes Anglicus, Papa Giovanni VIII (dall’853 all’855), e stata a lungo celata e volutamente oscurata per secoli dalla Chiesa Cattolica e poi riesumata dalla Riforma Protestante. Avvolta nella leggenda, ha lasciato tracce in molti documenti e anche in narrazioni eccellenti come “Le storie di donne illustri” di Giovanni Boccaccio. Dopo le recenti conferme storiche circa la sua esistenza. Il cinema e la letteratura hanno riportato alla luce la sua storia. La vicenda di Johanna La Papessa e narrazione e racconto, ma anche archetipo e, per noi, viva personificazione de La Papessa dei Tarocchi (uno dei sette Arcani Maggiori femminili). Le carte dei Tarocchi, e in particolare gli Arcani Maggiori, sono lo scrigno della più antica simbologia occidentale. La tradizione mitologica greco-romana si mescola all’alchimia e all’esoterismo religioso, rifacendosi alla psicanalisi junghiana e al lavoro psico-creativo di Jodorowsky. La Papessa e la carta numero II, emblema di accumulo e gestazione (nella figura l’uovo bianco), simbolo di fede e purezza, di acume e intelligenza sopraffina, creatrice e custode dell’alto sapere (il volume aperto sulle gambe). Ed e altresì iniziatrice, maga, anima rinchiusa in rigida materia corporea, spirito dogmatico votato ad un percorso solitario di ascesa verso il divino.
27 e 28 Aprile, Gino Accardo in "Indifferentemente"
La canzone classica napoletana, con Accardo, trova un interprete di grande affermazione nel panorama della melodia partenopea di tutti i tempi della cultura canora napoletana. Gino Accardo nasce al Vomero. In alcune sue incisioni, brani di sua composizione, dove è viva, presente e più che mai radicata l’ispirazione alla figura paterna, fino al punto che Gino gli rende omaggio scrivendo un brano dal titolo Quann’è sera. Accardo, un accurato conoscitore dei motivi della tradizione canora napoletana dal duecento al novecento. Roberto Murolo, che lo ha sempre stimato volendolo al Suo fianco, scrive tra l’altro in una lettera: ".....ricorda Gino, che Napoli ha bisogno di giovani come te che porti avanti la vera cultura classica napoletana..." E’ stato protagonista in molte trasmissioni televisive: “La Vita In Diretta” (Rai uno) “Uno Mattina” (Rai uno) “Serata d’onore” (TMC) “Stelle del Mediterraneo” (Rete 4) “Il Canta Giro” (Rai International) “Premio Calabria” (Rai Tre) “ Miss Italia in Campania (Rai uno) Il riconoscimento maggiore alle straordinarie qualità canore/artistiche vengono premiate quando ha l’onore di cantare nel concerto al Campidoglio davanti al Presidente della Repubblica Italiana il Dr. Carlo Azeglio Ciampi.
4 e 5 Maggio, "Ero Verlaine" di Antonio Mocciola
diretto ed interpretato da Giuseppe Brandi
Con un testo serrato e tesissimo, dalle venature noir, Antonio Mocciola racconta l’incubo del poeta maledetto Paul Verlaine, passato dagli altari della gloria alle polveri dell’infamante incarcerazione. Giuseppe Brandi, incarna il dolore, l'umiliazione e la rabbia di uno dei più grandi e controversi casi letterari della storia. Questa la sinossi: Quando, nel 1873, il grande poeta francese Paul-Marie Verlaine, allora trentenne, decide di lasciare la moglie e il piccolo figlio per fuggire assieme al giovanissimo poeta Arthur Rimbaud, 19enne, lo scandalo si insinuò tra le chiacchiere dei salotti parigini. Ma nessuno avrebbe previsto l’epilogo tragico. In un albergo di Bruxelles, Verlaine ferisce con una pistola il compagno, e viene condannato a due anni di prigione, con l’infamante accusa di sodomia, oltre che di tentato omicidio (per la quale imputazione lo stesso Rimbaud tentò di scagionarlo). Solo, in galera, privato di tutto, Verlaine apprende l’umiliazione definitiva: l’approvazione della richiesta di separazione (allora rarissima) da parte della moglie. Del grande poeta, spocchioso, audace, irriverente, non rimaneva più nulla. Ma il colpo di grazia arriva quando il giudice t’Serstevens dispone un’umiliante visita medica, per “verificare la pederastia del poeta Paul Verlain”, delegando due medici, Semal e Vleminckx, all’ispezione completa di ano e genitali. Si dispone quindi che il detenuto attenda, tutto nudo, con le mani dietro la nuca e sotto stretta sorveglianza. L’attore Giuseppe Brandi, quindi, sarà completamente nudo in scena, e in proposito ecco un suo parere a riguardo: “Credo sia dovere di un artista in generale, provare l’ebbrezza di lanciarsi nel vuoto. Io, che non ho mai avuto un ottimo rapporto col mio corpo, sarà un’ulteriore sfida verso me stesso. Viviamo in una società con un’ossessione quasi malata, per i corpi. Tant’è, che subiamo un bombardamento costante. L’intento del nudo in questo spettacolo, è quello di corroborare una drammaturgia che punta il suo focus su un sopruso subito da un uomo, che aveva scelto di essere libero in un’epoca, purtroppo, ancora troppo chiusa”.
5 Maggio
, ore 11, Spettacolo dei burattini dei "44 gatti live show"

Giovediamoci

giovedì 7 dicembre, ore 20:30, Nicoletta Lombardi,
una giovanissima e talentuosa cantante/artista di 18 anni che ha iniziato a suonare la chitarra a 8 anni: Nicoletta, all’epoca una bambina di otto anni, chiese a suo padre un regalo e il papà tornando a casa gli consegnò la classica Barbie; Nicoletta ringraziò suo padre per il pensiero, ma chiese con grande ardore di voler una chitarra classica; il papà seppur meravigliato per una tale richiesta gliela regalò qualche giorno dopo. Così Nicoletta ha iniziato a suonare da autodidatta a otto anni, ma dopo un anno da autodidatta, dall’età di nove anni quindi, prosegue gli studi (ormai da sette anni) presso l’Accademia Musicale “Arteus Suono” con i maestri Alessandro del Monaco e Gennaro di Cicco.
Giovedì 14 dicembre, ore 20:30, Nantiscia
Con Annalisa Messina (voce), Ferdinando Ghidelli (chitarre), Donato Tartaglione (basso), Almerigo Pota (tromba) e Giuseppe Vertaldi (tamburi),
I Nantiscia proveranno brani originali e di contaminazione, come per esempio: Tu bella, Sta felicità, Lu Santo, Lu santo piscatore, e tante altre. A chiudere questa prova/concerto sarà Tammurriata Malarogna. Non mancherà, poi, l’omaggio a Fausto Mesolella con Na stella. Il filo che unisce i vari pezzi dei Nantiscia è rappresentato proprio dalla musica di strada: Nantiscia è infatti l’anagramma della parola Sannitica, ovvero l’antico nome della strada che unisce molti dei componenti della band. Ma la strada è intesa anche come viaggio, storia, incontro di culture, emozioni e quindi di generi musicali diversi: etno-music, popolare, world-music
Venerdì 29 dicembre, ore 20:30, Gennaro Vitrone
Vitrone proporrà un’excursus che va da Paolo Conte ai Foja e proverà anche il suo nuovo spettacolo rigorosamente in acustico partendo dal suo ultimo EP Salvamj uscito pochi mesi fa, fino ad arrivare ad alcuni dei brani più iconici della canzone d’autore italiana dagli anni 60 ad oggi. Ad accompagnare Vitrone in queste prove ci saranno: Ernesto Orecchio, chitarra e voce. Donato Tartaglione al basso. Carmine Silvestri alle percussioni. Special guest: Almerigo Pota alla tromba
giovedì 4 Gennaio, ore 20:30, band Cappuccio Collective Smooth
Mimmo Cappuccio, nasce a Caserta il 20/O2/63, laureato all' Università di Napoli, comincia giovanissimo a studiare chitarra e basso elettrico; Successivamente intraprende gli studi di armonia jazzistica e frequenta seminari e stage sulle tecniche di arrangiamento e composizione musicale. Inoltre, segue alcuni corsi di perfezionamento di tecnico del suono (tra queste arricchiscono esperienze in USA-Buffalo-NY e GB- London). Svolge per anni l’attività di produttore artistico e Sound Engineer in Italia e all' estero. Tra le produzioni e collaborazioni: Riccardo Fogli, Gatto Panceri, Jean Michel Byron (TOTO), Giuseppina Torre, Leonardo Monteiro…etc. Il progetto porta in prova un mix di suoni e di colori che genera un Mood raffinato e internazionale. L'intento di Cappuccio Collective Smooth e di evocare con suoni moderni le atmosfere dello smoothjazz degli anni 8O e di incuriosire le nuove generazioni sul periodo musicale di quegli anni, nel quale il jazz si contamina con gli altri generi musicali (compreso la disco music). Caratteristica del progetto e la matrice jazz, ma con una semplificazione delle complessità armoniche e improvvisative, con una maggior enfasi sulle melodie, e sonorità più rilassanti rispetto alla fusion, e quindi, molto più orecchiabile e commerciabile soprattutto per guanto concerne la diffusione radiofonica. La Band è così formata: Annina Galiano (Lead Vocal), Davide Ferrante (Drums), Gianfranco Coppola (Bass), Cristina Massaro (Piano e Keyboard), Vince Suter (Percussion), Mimmo Cappuccio (Guitar).
giovedì 11 gennaio, ore 21, Sally Cangiano.
Il “SOLO PROJECT” di Sally Cangiano è davvero un progetto innovativo e particolare. Grazie a delle particolari corde, ideate con la collaborazione della D’Orazio Strings. Sally riesce ad ottenere dalla sua chitarra anche le sonorità di un vero e proprio basso che unite all’uso di 2 loop machines rendono la sua musica un vero è proprio spettacolo da guardare. Sally tesse la struttura ritmica percuotendo la chitarra e usando oggetti vari come spazzole, coltelli e forchette, registrandolo in tempo reale sulla loop machines per poi aggiungerci la sua chitarra /basso preparata, sovrapponendo basso e armonia. Con l’ausilio di effetti vari Sally riesce ad imitare anche le tastiere ed altri strumenti. Dalla sua chitarra viene fuori una vera e propria band dove Sally è libero di cantare e fare i suoi “assoli”. Uno spettacolo unico, da ascoltare e da guardare, dove vengono riproposti in maniera unica e particolare dei brani ritenuti dei veri e propri “must” della musica Italiana e mondiali, con nuove musicalità, arrangiate e rivestite di continuo.
giovedì 18 Gennaio, ore 20:30, Pippo Infante in "Strofe d’un cantastorie"
(la leggenda, la musica, il sud), una prova di rappresentazione sul cantastorie, una figura tradizionale della letteratura orale e della cultura folklorica popolare, un artista di strada che si spostava nelle piazze e raccontava con il canto una storia, sia antica, spesso in una nuova rielaborazione, sia riferita a fatti e avvenimenti contemporanei. Le storie narrate entravano a far parte del bagaglio spirituale, mitologico e culturale collettivo di una comunità. I cantastorie accompagnavano la "Cantata" con uno strumento: di norma era la chitarra, ma ne usavano anche altri, come la fisarmonica o la lira in tempi più remoti. Si aiutavano con un cartellone su cui veniva raffigurata la storia, descritta nelle principali scene. La loro opera veniva remunerata con le offerte degli spettatori o con la vendita di foglietti volanti, su cui era descritta la storia. Dopo gli anni '50, con l'avvento del vinile, queste storie venivano incise e vendute su dischi, prima a 78 giri poi 45. La tradizione deriva da lontani precedenti, quali gli aedi e i rapsodi greci, i giullari, i menestrelli, i bardi celtici, gli scaldi nei paesi dei Vichinghi, i trovatori o trovieri del Medioevo francese e nella scuola poetica siciliana. A partire dal XIV secolo si allontanarono dalla letteratura più colta e contribuirono a diffondere in dialetto le gesta dei paladini carolingi della chanson de geste, argomento anche dell'Opera dei Pupi. Ebbero la massima fioritura nella Sicilia del XVII secolo, nella Roma del XVIII secolo e furono appoggiati dalla Chiesa con lo scopo di diffondere presso il popolo le storie dei santi e della Bibbia. Nel 1661 a Palermo i Gesuiti avevano costituito la congregazione degli "Orbi", cantori ciechi a cui veniva insegnato a suonare uno strumento musicale e che erano legati a temi esclusivamente religiosi sotto il controllo ecclesiastico. Pippo Infante porterà in scena pezzi come: Ciuru Ciuri, Vitti Na Crozza, La Baronessa Di Carinni, San Giuseppe, Carcere E Villeggiatura, La Democrazia, Governo Italiano, Lu Primmu Amore, Pizzicarella, Lassa A Mammeta, O Surdato Nnammurato, Funiculî Funiculã, A Rumba De Scugnizzi, Santantonio.
Giovedi 25 gennaio, Michele Papale in "Erba cattiva nei campi di grano"
l'autore Michele Papale accompagnato dalla sua chitarra e voce proporrà ai presenti non solo la sua musica ma si sperimenterà in un corale dibattito circa il tema che dà nome al progetto stesso con lo scopo di rompere quella distanza che spesso intercorre tra pubblico e autori, scoprendosi vicini, uguali, umani.
1 febbraio,ore 20,30, quartetto "Sonorita’ Napoletane"
formato da Renato Nacca (flauto), Piero Pellecchia (clarinetto), Mattia Giuliano (mandolino), Vincenzo Magliocca (chitarra e voce).
Il Quartetto “Sonorità Napoletane” rappresenta una formazione musicale costituita da musicisti di formazione classica, che hanno pensato di allargare il proprio repertorio alla grande tradizione della canzone classica napoletana. Raffinati arrangiamenti strumentali, interpretati con gusto e maestria dai componenti dell’ensemble, per offrire agli ascoltatori una rivisitazione, in chiave cameristica e salottiera, con una veste elegante e affascinante, delle più famose melodie napoletane. Alcuni brani vengono eseguiti in forma puramente strumentale, altri vengono cantati e sono introdotti da una presentazione che illustra l’origine e caratteristiche del brano. Il quartetto “Sonorità Napoletane” vanta al suo attivo una nutrita serie di esibizioni per festival ed associazioni prestigiose con apprezzamenti entusiastici del pubblico e della critica. Il programma musicale sarà il seguente: Canzone Appassiunata (S. Bruni); Tarantelluccia (R. Salvo); Lu Cardillo (Anonimo); Scapricciatiello (R. Carosone); Te voglio bene assaie (Anonimo); Palomma e notte (S. Bruni); ‘O sarracino (R. Carosone); L’arte do sole (S. Gambardella); Giuvanne cu ‘a chitarra (R. Carosone); Funiculì Funiculà (L. Denza); Dduje Paravise (E.A. Mario); Chella ‘lla (P. Taccani); Reginella (G. Lama); Carmè Carmè (A. De Curtis); Era de maggio (P.M. Costa); A tazza e cafè (V. Fassone); ‘O marenariello (S. Gambardella); Aummo aummo R. Arbore; Simm’e è Napule paisà (N. Valente); Comme facette mammeta (S. Gambardella).
giovedì 8 febbraio, ore 21, Antonello Musto proporrà il suo “Viaggio nella mia guerra”.
Antonello Musto è un cantautore, poeta e musicista. Nato a Caserta nel 1989. Ha mosso i primi passi nella musica da giovanissimo scrivendo canzoni e pubblicando tre raccolte poetiche. È stato inserito nell’antologia mondiale dei Poeti Viandanti. Vive la sua vita artistica lontano da schemi ed è un cultore attivo della “bellezza’. Nel 2019 pubblica il suo primo album “maledetta lei” che racchiude un percorso più che musicale, spirituale. Nel disco si racconta senza inganni. Collabora con molti artisti noti e nel 2017 ha l’onore di accompagnare il cantautore genovese “Francesco Baccini”. Nello stesso anno, scrive e suona live le musiche per un musical scritto dalla nota giornalista Francesca Nardi e con la direzione artistica del noto regista Rino Della Corte. Dal 2010 ad oggi vanta di numerosi riconoscimenti alla carriera come vincitore del concorso poetico “le ali della vita” dell’Aido – Finalista del prestigioso premio “Lucio Dalla”- “ Canzone d’autore di Red Ronnie” e nel 2017 ospite al “FIAT MUSIC” al Piper club di Roma. Numerose sono le collaborazioni artistiche che lo hanno visto sia come chitarrista che come paroliere. Oggi continua a coltivare la sua arte e pubblica a distanza di pochi giorni il singolo “Tu bella sempre” che racchiude il vero ed autentico senso della bellezza, ed il 15 Aprile 2020 promuove un suo progetto poetico- musicale “Una goccia di te”. Quest’ultimo è un autobiografia sul senso personale della mancanza.
15 febbraio, ore 21, Quartetto Espresso
Il Quartetto Espresso, formazione campana formata da Valeria Longo (voce), Emilio Merola (clarinetto), Vincenzo Valentino (pianoforte) e Artan Tauzi (violoncello), ripercorrerà luci e ombre della Napoli di fine ‘800 e ‘900 fondendo la musica classica partenopea con la musica da camera. Un viaggio emotivo tra i più famosi brani della tradizione impreziositi da arrangiamenti cameristici inediti e suggestivi.
Il Quartetto Espresso è attualmente impegnato nella pubblicazione di un disco e sta ottenendo un ottimo riscontro di pubblico durante i suoi concerti dal vivo
Giovedì 22 febbraio, ore 21, Lea Ercolani, con il suo gruppo the Black Rocket Soul in "Maleventum".
Un evento di musica inedita che prende il nome dalla storia di quella che prima di essere Benevento venne denominata Maleventum, il cui brano dedicato aprirà la serata, che senza parole, (dice Lorenzo Scalera, chitarrista e co-compositore) smuove la mer…la cacca nell’anima, di una persona…le emozioni che non vogliono far uscire. In questo Live dai toni anche ironici, talvolta, ogni brano sarà improntato su una storia vera o comunque su realtà conclamate. Brani autobiografici, ma anche vite di altri, storie realmente accadute o realtà di ambientazioni moderne celate a chi non vuol vedere aldilà del proprio naso, raccontate in più sfumature di colori. Lea Ercolani stessa (leader e fondatrice della band che la accompagnerà, the Black Rocket Soul) più che una cantautrice, a volte si sente una “cantastorie scomoda”. A suo dire lo scopo di una canzone non è solo lasciare un messaggio, “ma dirti in faccia cosa c’è di sbagliato, e rompere il c#### e ognuno poi, possa trarne la lezione che crede”. Tra i vari brani verrà presentata la nuova “The Sisters” (o MALEVENTUM 2), che spiega palesemente che la “CACCIA ALLE STREGHE” non è mai finita, non era lontana da noi allora e oggi è più palese che mai. Ad Accompagnare sul palco del Piccolo Teatro Cts, oltre a Lea Ercolani, (voce e basso), ci sarà la sua fedele squadra composta da: Lorenzo Scalera (co-compositore, arrangiatore e chitarrista), Gianfranco Gagliardi (batteria e cori), Lorenzo Giordano (secondo basso e tastiere).
giovedì 29 febbraio, ore 20,30, Wince Gnesutta Blues,
La band Wince Gnesutta, nasce musicalmente cavalcando l’onda del rock italiano degli anni ’70 con Fausto Mesolella, storico chitarrista degli Avion Travel, ma anche come open stage per molti artisti del tempo, come Fred Bongusto, Bruno Martino, Pooh, Camaleonti, Showmen ed altri... Con la sua band, la Wince Gnesutta Blues partecipa a rassegne importanti come Baia Domizia Blues; 100 Stazioni; Festa Della Musica, e poi a Caserta Macchia Blues. Ospite di Telethon 2019 al teatro Garibaldi di S. Maria C.V. Come turnista collabora con Jenny Sorrenti, Francesca Alotta, Claudio Mengoli, Luca Sepe e da circa 19 anni fa parte del gruppo “I Romans”. Tra le sue partecipazioni televisive riscontriamo quelle con: Caterina Balivo, Il Sabato Delle Donne , Mille Voci, Gold Tv. In scena Enzo Gnesutta si esibirà accompagnato da Gianni d’Argenzio (Sax), Augusto Ausanio (Chitarra) e Salvatore Schiavone (Batteria)
venerdì 1 marzo, ore 20,30, Duo Flauto/Chitarra: Anastasia Cecere e Gianluca Vanità.
Il repertorio del duo abbraccia autori classici come Mario Castelnuovo-Tedesco, Astor Piazzolla, Hans Joachim Kaps; include anche diverse Suite di estrazione popolare, legate alla musica brasiliana, spagnola andalusa. I due interpreti, entrambi casertani, hanno studi classici e sono docenti dei propri strumenti. Anastasia Cecere, (Flauto), ha conseguito il Diploma in Flauto traverso presso il Conservatorio di Benevento nel 2006 e continua gli studi classici perfezionandosi con i Maestri Bruno Paolo Lombardi e Romolo Balzani. Frequenta l’Accademia del flauto a Roma, seguita dal Maestro Michele Marasco. Si laurea in Psicologia alla Seconda Università degli Studi di Napoli con la tesi "Musica e Neuroscienze". È titolare della cattedra di flauto nella scuola secondaria di primo grado ad indirizzo musicale I.C. Collecini, Giovanni XXIIII di Caserta. Dal 2021 si dedica allo studio del flauto jazz perfezionandosi con i maestri Pietro Condorelli, Elvio Ghigliordini, Geoff Warren, Stefano Benini. Continua la formazione in ambito jazzistico frequentando i seminari estivi di Umbria Jazz Berkley Clinics (2022,2023) e Nuoro Jazz (2023). Si è esibita in varie formazioni in importanti festival sia italiani che all’estero (Spagna, Germania, Irlanda, Colombia, Grecia, Lussemburgo). Ha inciso, con la Nuova Compagnia di Canto Popolare, Live in Munich (Panclassic), Napoli 1534 tra Moresce e Villanelle (Squilibri), vincitore del premio Tenco 2020. Gianluca Vanità, chitarrista compositore, ha conseguito il diploma chitarra classica presso il Conservatorio di Benevento nel 2004. Nel 2011, con il massimo dei voti, ha conseguito il II livello in Chitarra Classica solistica del Novecento, sotto la guida Maestro Lucio Matarazzo. Nel 2015, presso il Conservatorio di Cosenza, si è diplomato in Didattica della musica. Dal 2001 al 2005 si è perfezionato con il Maestro Maurizio Colonna; in seguito con i Maestri Aniello Desiderio e Christian Saggese. Ha seguito Master class con i docenti Matthew McAllister, Marcin Dylla, Nicola Jappelli, Carlo Marchione, Pavel Steid, Frank Gambale (chitarra elettrica), Guthrie Govan (chitarra elettrica).
Giovedì 7 marzo, ore 20,30, Giò Vescovi presenta il suo DREAM con reading a cura di Mariagrazia Lizzie Manna
Dentro la mia bolla continuo a far scorte d’aria creando nuovi spazi, perché certi varchi vanno lasciati aperti al viaggio dell’anima. Un viaggio tra riflessioni personali e fotografie del presente; una lunga ricerca tra ritmi moderni e la raffinata ricerca di arrangiamenti dai modi gentili e mai invadenti. La musica di Vescovi è qualcosa dentro che viene fuori suonando e materializzandosi intorno, perchè lui vive con le sue emozioni. I brani che compongono questo lavoro, sono stati pilotati da svariati input musicali e da ispirazioni tendenti al folk, blues, chill-out, pop, rock, dark, world e “ventilate arie” dal sapore barocco. Composizioni molto intime, che raccontano le esperienze dell’artista (come un pò di tutti noi), i suoi percorsi, le sue vittorie e i suoi momenti negativi, senza tralasciare quelle emozioni provate durante la quotidianità. Amore e partecipazione (cit. Giorgio Gaber) come mezzo per superare i limiti, per esprimere l’essenza, per contenere la follia e far esplodere i sentimenti. I brani vengono presentati come cerchi nell'acqua che si irradiano partendo da un punto centrale, creando un loop sonoro e un mood visivo, che spaziano nel profondo dei sentimenti ed emozioni che si perdono poi nel grande oceano del vivere. I quindici brani che compongono questo lavoro, sono stati pilotati da solide ispirazioni raccolte per strada, centri commerciali, mercatini rionali, ascoltando i pensieri di persone incontrate anche casualmente. Si va, dunque, dai primi amori oramai lontani nel tempo “Imagination”, alla ricerca del significato nell’ascoltare un sogno “Dream”, l’esprimere in versione un po’ dark, quando sarà il momento di andar via “Time”, al brano ispirato dal viaggio di migranti attraverso le terre desolate del centro Africa per raggiungere le coste del Mediterraneo “Kinshasa (Road to)”; troviamo anche una dedica al padre “musicista” (Tempo Pieno Tempo) e quello che narra la fine di un amore “Fly Away”. Inserita nell’album una preghiera religiosa di ispirazione rurale del XVII secolo di autore ignoto e in lingua siciliana: “Binidici Signuri”. Infine, anche brani che potrebbero definirsi come piene intime riflessioni: “Positive Meditation”, “Crazy Days”, “E Poi”.
Giovedì 14 marzo, ore 20:30, Prova d’artista: Angelo Barricelli.
"Viaggiare, scoprire, esplorare" è il motto di Eleuterion/Barricelli, un chitarrista appassionato di musica latino-americana e classica. Gli itinerari chitarristici di Eleuterion offrono un'esperienza musicale unica e coinvolgente. Dopo aver esplorato le radici spagnole, Eleuterion si dirige verso il Sud America, dove si immerge nelle ricche tradizioni musicali autoctone. Ma i viaggi di Eleuterion non si fermano qui. Si spinge oltre l'America Latina e si avventura nel sfaccettato mondo dei grandi compositori classici. Eleuterion trasforma le opere di questa tradizione in incantevoli pezzi chitarristici, aggiungendo il suo tocco personale e creando una nuova prospettiva su questi capolavori. Siamo così confrontati con una dimensione in cui la musica apre nuove porte, creando un ponte tra culture diverse e connettendo le persone attraverso la sua intrinseca bellezza.
Giovedì 21 marzo,ore 20:30, Sally Cangiano. (rinviato)
Il “Solo Project” di Sally Cangiano è davvero un progetto innovativo e particolare. Grazie a delle particolari corde, ideate con la collaborazione della D’Orazio strings , Sally riesce ad ottenere dalla sua chitarra anche le sonorità di un vero e proprio basso che unite all’uso di 2 loop machines rendono la sua musica anche un vero è proprio spettacolo da guardare. Sally tesse la struttura ritmica percuotendo la chitarra e usando oggetti vari come spazzole e coltelli e forchette registrandolo in tempo reale sulla loop machines per poi aggiungerci la sua chitarra /basso preparata, sovrapponendo basso e armonia. Con l’ausilio di effetti vari sally riesce ad imitare anche le tastiere ed altri strumenti. Dalla sua chitarra viene fuori una vera e propria band dove Sally è libero di cantare e fare i suoi “assoli”. Uno spettacolo unico, da ascoltare e da guardare, dove vengono riproposti in maniera unica e particolare dei brani ritenuti dei veri e propri “must” della musica Italiana e mondiali, riarrangiati e rivestiti di nuovo.
22 Marzo, Vitrone Band in concerto (rinviato)
Oltre alla sua canzone d’autore, un viaggio tra brani originali e alcune delle canzoni più iconiche della musica d’autore italiana, tra riflessioni e disincanto, divertimento e passione. Ad accompagnare Vitrone in queste prove ci saranno: Ernesto Orecchio (chitarra e voce), Donato Tartaglione (basso), Carmine Silvestri (percussioni), Almerigo Pota (tromba).
28 marzo, ore 20:30, Emilio Merola (clarinetto) in Hybrid Mind Jazzical, Guest Enzo Grimaldi (pianoforte)
una mente da sempre ibrida quella di Emilio Merola, musicista che non ama etichettare e definire la propria musica con formule fisse. Il suo primo album da solista, Hybrid Mind Jazzical, pubblicato per l’etichetta inglese "Clarinet & Saxophone Classics", è composto da otto tracce che si snodano libere da catalogazioni riflettendo le diverse esperienze musicali interiorizzate. Una musica liquida, dai contorni labili e sfumati, che unisce in una narrazione coerente due mondi apparentemente opposti, la musica scritta e quella di improvvisazione. La partitura, eseguita alla lettera, diviene infatti spesso un canovaccio, uno spunto per dipingere creazioni estemporanee come in un flusso di coscienza.
29 marzo, ore 20:30, il gruppo Swing Naples
formato da: Maria Pia de Simone (voce), Ciro Troise (drum kit), Alessandro Pignalosa ( mandolino), Carmine Pistone (chitarra).
Questa band propone serate live show interamente dedicate allo swing internazionale dagli anni 30 agli anni 50 con riferimento ai nostri tempi moderni. Il progetto rispolvera una musica spesso dimenticata... di piacevole ascolto, talvolta divertente tanto da scatenare balli coinvolgenti dove il pubblico diventa protagonista.
giovedì 18 aprile, ore 21, Augusto Ausanio Quartet che si esibirà con la sua band per dare luogo ad una performance in chiave jazz-rock-funk. Verranno provati i brani del disco "Up The Mood" pubblicato nel 2016 presente in tutti gli streaming musicali (itunes,Spotify). Alla produzione del disco di Ausanio hanno collaborato musicisti importanti del panorama musicale casertano tra cui Marco Sfogli attuale chitarrista della PFM che ha curato il missaggio e inserito alcune parti di chitarra nel brano "Unspoken Words" e WENA famosa cantante soul del panorama nazionale.
Special guest della serata il sassofonista Gianni D'Argenzio, ed ospiti importanti come Wince Gnesutta (musicista di grande esperienza), Giuseppe Cerrato (storico bassista di Bobby Solo), Nando Pasquariello (con cui Ausanio condivide un tributo a Lucio Battisti).
2 Maggio, ore 21, Tullio Pizzorno in "L'autore che canta"
Opening MID (Marotta-Imperato-Di Scanno)
Non un cantautore dunque, ma un "Autore che canta”, così lo ha definito il Maestro Lilli Greco, colonna portante della RCA Italiana degli anni d'oro. Le canzoni di Tullio Pizzorno, di cui scrive musica, testi e arrangiamenti, sono state incise da importanti nomi italiani ed esteri, una fra tutti: Mina. Pizzorno ha lavorato con Alberto Radius, in qualità di autore dei testi negli ultimi 2 album del cantautore scomparso, e le sue canzoni sono state incise e pubblicate anche da: lo storico gruppo "Collage", Linda Valori (Festival di Sanremo/Musicfarm), Stefania La Fauci, Erminio Sinni (Cantagiro), Niels Lan Doky (pianista jazz internazionale - Gino Vannelli), e da altri artisti italiani e internazionali. Il genere musicale di Tullio Pizzorno non è un genere musicale predefinito, ma "Canzone D'Autore” influenzata da funk, jazz e sapori oltreoceano. Sul palco, oltre a Tullio Pizzorno ci saranno anche: Gino D’Ignazio (horns), Enzo Faraldo (basso), Aldo Fucile (batteria), Andrea Giuntini (piano).

Spettacoli per i più piccoli

venerdì 8 dicembre, ore 11.00- 17.00 - 18.30, "Muppets Cartoon Show"
Un mondo magico per i bambini: uno spettacolo straordinario con Spiderman, Elsa con le bolle di sapone e burattini divertenti. Un pomeriggio di avventure e sorprese.

Orario: Sabato ore 21,00 -Domenica ore 19,00 - quota associativa annuale ripartita per ogni singolo evento: Euro 10
Attenzione! il programma potrebbe variare: info e prenotazioni tel. 330.713278 - oppure info su Facebook: Angelo Bove (Piccolo Teatro Cts)
Teatro Cts, Via Pasteur, Caserta

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