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A Puccianiello il 15 luglio, come da tanti anni ... ‘a viella longa diventa la chiesa del Carmelo

Storia delle edicole votive a Puccianiello

Comunicato stampa

Il vicolo chiuso "Architetti de Lillo", in Puccianiello, ha ai due estremi due edicole votive dedicate alla Madonna del Carmelo.
La prima, al n° 49 di via Concezione, proprio di fronte al vicolo cieco che quelli di Puccianiello hanno sempre chiamato ‘a viella longa, è a nicchia semplice e l’immagine della Madonna è dipinta su intonaco ed i colori stinti denunziano i tanti anni passati in quella nicchia dalla Madonna protettrice. La Madonna del Carmelo è raffigurata con angeli oranti ai lati e, ai piedi, le anime del Purgatorio imploranti il suo aiuto nell’ottenere il perdono divino ed ascendere così al Cielo. La presenza delle anime del Purgatorio fa pensare che questa edicola ha alcuni secoli di vita, in quanto il culto del Purgatorio si affermò intorno agli inizi del 1600.
La seconda è accanto al numero civico 20 della viella, sul muro che la chiude,. L’edicola è in maiolica, a nicchia con volta a botte, e la Madonna del Carmelo è raffigurata mentre consegna, circondata da angeli oranti, gli scapolari devozionali ad un gruppo di fedeli in preghiera, forse, come una volta si usava, i committenti dell’edicola.
Davanti a quest’edicola vi è un piccolo slargo che, venerdì 15 luglio, era trasformato in una piccola chiesa illuminata dalla luce dorata che soltanto il sole al tramonto sadare, con il limpido azzurro del cielo per soffitto e le abitazioni private per cappelle laterali, una dall’altra diversa per forma e colore. Proprio sotto l’edicola era stato approntato un altare su cui il parroco don Fulvio avrebbe celebrato la santa Messa in onore della Vergine del Carmelo, mentre lungo la viella trovavano posto le sedie per una cinquantina di fedeli che recitavano il santo Rosario per poi partecipare alla Celebrazione Eucaristica tra canti sacri e preghiere alla Vergine. La trasformazione del vicolo in chiesa, e il grande raccoglimento con cui è stata festeggiata la festività della Vergine del Carmelo, è stata involontariamente sottolineata da una voce che, a termine della recita del santo Rosario, mentre don Fulvio indossava i paramenti sacri, ha esclamato nell’assoluto silenzio dei fedeli:” Maronna mia! Stammo chiù zitti cca che dint’ ‘a cchiesa!”.
Ma un’altra grossa differenza è che lì, su quelle sedie, a recitare quelle preghiere, a cantare quegli inni non c’erano solo gli abitanti del vicolo -che, diciamo così, erano i più direttamente interessati alla protezione della Madonna e l’hanno voluta onorare nella sua festività- ma anche fedeli che hanno caro il culto alla Vergine, specialmente quella del Carmelo detta anche “ La Bruna”, tanto venerata a Puccianiello e di cui è stata ancora una volta implorata la benedizione e la protezione
Alla fine della liturgia, auguri alla Carmela giovane e a quella anziana presenti, a Carmine, ai coniugi del vicolo che compivano proprio quel giorno 45 anni di matrimonio e che offrivano un incontro conviviale a quanti poi avrebbero fatto loro compagnia, alla anziana Carmela che il 15 avrebbe festeggiato onomastico e compleanno. Questa sì che è comunità: grazie alla piccola festa davanti ad una piccola edicola posta in un piccolo vicolo, ‘a viella longa, di un piccolo casale di Caserta in cui tradizioni e rituali non sono ancora scomparse. Per fortuna.

P.S. La trasformazione temporanea del vicolo in chiesa é la testimonianza, ancora una volta, che l’edicola si configura come spazio sacro, in cui è abolita la mediazione ecclesiastica nel rapporto con il divino; un posto in cui la presenza protettrice della Madonna o del santo raffigurato è sentita in ogni momento, di giorno o di notte, dagli abitanti del vicolo, della strada, del quartiere in cui è l’edicola, e ad essa rivolgere preghiere, confidare le proprie pene, le proprie speranze, o chiedere una grazia in qualsiasi momento se ne sente la necessità.
Ma avremo modo di parlarne più diffusamente.....

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