Ritratto di un compositore: Luigi Esposito

Articolo di Giorgio Ruberti


Fortunatamente la provincia di Caserta, in particolare l’area dell’agro-aversano, non è nota solo per la produzione di mozzarella o criminalità, ma anche per il fatto di aver dato i natali a validi musicisti e compositori. Da lì, nel ‘700, provennero Domenico Cimarosa e Niccolò Jommelli e, oggi, degno erede di quelli, Luigi Esposito (Roma, 1962). Non inganni il luogo di nascita, o il fatto ch’egli si sia diplomato in Musica corale e direzione di coro e in Musica elettronica al Conservatorio Santa Cecilia di Roma, perché Luigi Esposito vive a Parete (ce), luogo di origine della sua famiglia.
Certo, al pari dei suoi illustri predecessori e conterranei, non compone sonate o melodrammi in “stile napoletano” ma, uomo e artista del suo tempo, è autore di musica elettronica. Ora, se pensiamo che il suo tempo è anche il nostro, dovremmo essere stimolati da un certo interesse nei confronti della sua produzione che, a dispetto della giovane età dello stesso autore, non è solo già abbondante ma, a quanto pare, anche di elevata qualità: ho infatti scoperto (con grande gioia) che il nome di questo compositore casertano ha già fatto il giro del mondo, che molte sue opere sono state eseguite in prima mondiale in importanti manifestazioni nazionali ed internazionali (XII Festival Internazionale di Venezia, Festival musicale Diaphonia, Cimarosa Europe Festival, Spazio Sonoro Contemporaneo, Festival Dissonanzen, etc.), che ha collaborato con poeti e scrittori del calibro di Alda Merini ed Ennio Cavalli, che è inoltre autore di opere pittoriche che sono state esposte in luoghi autorevoli (Museo Campano, Reggia di Caserta e Galleria d’arte contemporanea di Napoli).
Alcuni giorni fa, ho avuto la possibilità di incontrarlo e di farci una chiacchierata e, devo ammettere, ne ho ricevuto l’impressione di una persona davvero di fine cultura (ha pubblicato, tra l’altro, saggi musicologici per il Teatro dell’Opera di Roma e per varie case editrici).

Ma, soprattutto, ho avuto l’impressione di parlare con un artista autentico.

Situazione fortunata che, a dire il vero, non capita spesso oggigiorno e che pertanto ho voluto utilizzare per realizzare un’intervista, ricordando che questo artista si esibirà il prossimo 10 Febbraio nell'ambito della rassegna Casertamusica Doc Live - Atto II


Giorgio Ruberti: Innanzitutto, Luigi, quali generi musicali copre precisamente la tua attività compositiva?
Luigi Esposito: Sono anni ormai che utilizzo una multimedialità per la costruzione dei miei lavori, accorando all'organico strumentale anche il linguaggio elettronico. Ma difficilmente considero la struttura di essi come impressione o allusione ad un genere musicale. Spesso mi capita di fare delle citazioni - brevissime, o molto più lunghe che coprono interi passaggi - che provengono da generi e culture diverse, o da epoche diverse. E tali citazioni, integrandosi nella complessità del pensiero compositivo, divengono parte di un discorso globale, contemporaneo a pieno titolo. Contemporaneo anche nell'azione strutturale.

 

(Tra le sue opere citiamo almeno Guernica y Luno, azione scenica per attore, mezzosoprano, baritono, ensemble ed elettronica; Campi di forza, per pianoforte, orchestra ed elettronica; Frammenti per Kandinskij, per orchestra; Riflessi, per percussioni e orchestra; Frantumazioni, per flauto, clavicembalo e archi; Aurora verd’azzurra, per baritono, clarinetti, flauto in sol, oboe, violoncello, fagotto e tastiere; Opyn, trentadue sentieri dell’animo, per pianoforte e azione gestuale; VeniceFenix, itinerante in gondola per pianoforte; Dada, per flauto e nastro magnetico; Verso il nostro non finito, per voce recitante e nastro magnetico; Simulacri, dialoghi per voce ed elettronica; Not sound not word, per nastro magnetico; What is the real one, Gioco in ombra della maschera marchesa, Canta l’onde del siculo stretto, partiture pittografiche. N.D.R.)

Giorgio Ruberti: Entrando nei dettagli dell'attività creatrice, cosa ispira un artista? Il contesto sociale in cui sei calato, in cui vivi ogni giorno, la tua vita personale, etc., sono per te fonti d'ispirazione? Oppure esistono altri fattori?
Luigi Esposito: Cosa ispira un artista? Chi lo saprebbe dire!  Non me lo sono mai chiesto e tanto meno ho intenzione di saperlo.

Giorgio Ruberti: Tu sei autore anche di musica vocale e della maggior parte dei testi letterari delle tue composizioni. Qual è, secondo te, il rapporto in musica tra suoni e parole, e quale delle due componenti nasce prima o ha maggiore influenza sull'altra durante la prassi creativa?
Luigi Esposito: Il rapporto tra suoni e parole è litigioso, perché la parola è già contenitore di suoni!
Ma come tutti i litigi che terminano a buon fine, poi ne scaturisce un profondo legame,
inscindibile a volte. Il suono, di per sé, può, in alcuni casi, sottintendere la parola, o meglio, il pensiero soggiacente alla parola.
Quando un testo letterario viene musicato e ciò che ne risulta è di divina impressione (abbiamo molti esempi nella storia) accade che è la parola stessa ad attendere una costruzione sonora, "fortemente" sonora. D'alto canto, quando una melodia già esistente, vigile, per così dire, viene accordata dalla parola, accade più o meno la stessa cosa: il suono intende unirsi, già in origine, con un dettame verbale.

Giorgio Ruberti: Il fatto di essere originario del mezzogiorno d'Italia, e più precisamente dell'area campana, una terra particolarmente fertile da un punto di vista artistico, credi ti abbia agevolato nella tua attività o, al contrario, ostacolato per il semplice fatto di essere tagliato fuori dai cosiddetti "centri di potere" editoriali?
Luigi Esposito: Da un lato, nel meridione vi è la tradizione storica, del bel canto.... ma l'Italia tutta è ricca di bel canto! E' una terra, la nostra, la nostra Italia, che non ha rivali al mondo per tutto ciò che riguarda il canto ed il teatro. E questo forse è l'aspetto fondamentale nella mia opera globale, come anche tutto il contesto pittografico presente nelle mie partiture, allude ad una teatralità, vissuta nell'atto compositivo, e vissuta dall'interprete ancor prima di donarla al pubblico.
Entrando in questioni pratiche, provo una certa amarezza quando assisto a scempi e barbarie nei confronti dell'arte. Ad Aversa, sono anni che le varie amministrazioni comunali di turno (siano esse di sinistra, destra o di centro) fanno promesse vane per quanto riguarda la ristrutturazione della casa di Domenico Cimarosa, ma ciò non avviene mai! Quando ho potuto, tutte le volte che ho potuto, assieme a miei colleghi, ho sempre segnalato questo assurdo comportamento. Vi è un mio brano per flauto, cembalo e archi che ha per titolo "Frantumazioni" (scritto nel 2001 per il XII Festival Internazionale di Venezia come denuncia del crollo del tetto della casa di Cimarosa che avvenne nel novembre del 1999) che è stato eseguito e trasmesso in varie occasioni, ma nel novembre scorso ha varcato le soglie dell'Italia, arrivando alla Oji Hall di Tokyo, dove, alla stampa internazionale ho denunciato apertamente questa dissonante condizione della nostra terra, che ha dato i natali a tre grandi musicisti, Cimarosa, Jommelli e Andreozzi, cosa rarissima nella storia della musica.
Cosa ancor più strana e disincantata è il fatto che la nostra provincia, quella di Caserta, è l'unica della Campania a non avere mai avuto un'istituzione musicale come il Conservatorio, nonostante forte la presenza, geniale, dei nomi appena citati, e la presenza di Giuseppe Martucci, originario di Capua e vissuto nella seconda metà dell'Ottocento.

Giorgio Ruberti: Qual è il tuo giudizio sull'attuale situazione musicale in Italia, con particolare riferimento a chi la musica la crea e,di conseguenza, sull'editoria e discografia musicali?

Luigi Esposito: La maggior parte di chi amministra l'editoria e la discografia, specie in Italia, ragiona come ragionano le aziende, e cioè che la risultante fondamentale è il profitto.
D'altro canto se qualche casa editrice più attenta al fatto artistico vuole proporre qualche novità, deve contare essenzialmente sulle proprie forze, e spesso gli introiti non sono sufficienti a coprire le spese di produzione. In sintesi c'è da dire che in Italia non esiste una normativa a favore della divulgazione della cultura. Lo Stato non aiuta le case editrici e tutto, quindi, dipende dalla coscienza di chi le amministra.
Ma quando poi s'incontrano editori come Alberto Casiraghy della "PulcinoElefante", anch'egli artista e raffinato scrittore (le sue edizioni sono un esempio di grazia, bellezza e rarissima eleganza, che dona al proprio lavoro anima e corpo, senza badare a copiose entrate, ma facendo attenzione solo al fatto puramente artistico), accade un miracolo che difficilmente può essere preso in considerazione come esempio se non vi sono i giusti presupposti. Ci vuole molto coraggio, ma soprattutto una profonda passione per l'arte, la cultura e tutto quanto riguarda lo spirito umano.

Giorgio Ruberti: Infine, Luigi, quali sono i tuoi progetti artistici per il futuro?
Luigi Esposito: Ho in cantiere vari lavori compositivi che dovranno essere pubblicati, eseguiti e incisi. Tra cui, della massima importanza per me, "Variazioni AUT-AUT", di cui il progetto è stato pubblicato sul IV numero della prestigiosa rivista europea SUD; e ancora "Sopra la Notte", su testo di Michelangelo, commissionatomi dalla Schola Romana Ensemble.
Ma ciò che mi sta più a cuore in questo periodo è una biografia che sto scrivendo sulla vita di Sylvano Bussotti, per la quale ho già realizzato cinquantasei interviste a varie personalità nel campo musicale, artistico e culturale.
Poi sto pensando ad un trasferimento in una grande città, forse Milano... o all'estero, rigorosamente in Europa.

 

Luigi Esposito

 

Iride in globo - da Orghé

 

Rubini di latta - da Orghé

 

Luigi Esposito foto di Jacques Cloarec

foto © Casertamusica

 

 
 

 

www.casertamusica.com e www.locali.caserta.it. Portali di musica, arte e cultura casertana  
Mail: redazione@casertamusica.com; Articoli e foto ©  Casertamusica.com  1999 / 2006
In assenza di espressa autorizzazione è vietata la riproduzione o pubblicazione, totale o parziale, degli articoli.