STOLU - Luigi Stocchetti
Intervista e fotografie di Emilio Di Donato
© Caserta Musica & Arte - Febbraio 2001

 

La prima cosa che mi è balzata all'occhio attraversando Letino – ultimo comune casertano di confine lassù, a mille metri, abbarbicato alle montagne del Matese - è stata la presenza di tante opere scolpite nella roccia, tutte firmate "STOLU", che si trovavano dappertutto: mastodontiche sculture nella piazza principale (Vedi foto "Fratellanza Universale", a lato), fontane scolpite, una sorta di innumerevoli totem e amuleti disseminati tra le strade, la campagna e i locali del paese. Spinto dalla curiosità vado a trovare l'artista nel suo villino, che già da lontano pare salutare i visitatori attraverso gli occhi delle decine di nobili volti rocciosi che si affacciano attraverso la debole rete di recinzione. Lui è cordialissimo e subito disponibile.

"Io amo la natura, la vivo e la respiro. Io sono un uomo di terra, che zappa e mangia. Per me che sono stato tanto tempo fuori casa fin da quando avevo diciannove anni - sette anni nel Ticino, poi a Genova, e in altre zone d'Europa- sentivo che la parola "terrone" era un termine buono, che indicava effettivamente il mio attaccamento alla terra, anche se  gli altri la pronunciavano per offendere."

Luigi Stocchetti mi parla aiutandosi con ampi gesti e sguardo energico. Ci troviamo nella sua casa di Letino, una enorme "esposizione permanente all'aperto": nel giardino retrostante giacciono centinaia di sculture, che lui talvolta è costretto ad ancorare con calce o addirittura a sotterrare per evitare saccheggi notturni. Nel seminterrato decine di quadri sono poggiati su pareti disadorne. E lui è lì che nell'aria frizzante mattutina ti fissa con enormi occhi neri e una voglia di comunicare spaventosa.

"E' la pietra stessa che mi chiede "fammi così come sono". Io riciclo le pietre che mi circondano, e se necessario le rubo a chi le butta come se fosse roba morta e inutile. Non mi sognerei mai di rubare un milione, se trovo dei soldi per terra non li prendo, ma questo bel pezzo di marmo l'ho presa nella marmifera."

E mi indica una bellissima opera che ha appena terminato di scolpire (foto 1 - Cavaliere romano). La sua scultura ha una forza primordiale e raffinata, che rimanda alle forme lignee africane e ai totem indiani, al simbolismo e ai classici rinascimentali. Le stesse caratteristiche che possiamo riscontrare nelle due grandi  sculture che da poco più di un anno fanno bella mostra di sé in via F.lli Rosselli a Caserta (vedi le tre foto a lato)

"L'arte per me è emozione, una emozione che sento ancora, come l’ ho sentito nel passato  quando vidi per la prima volta Paestum. E  fu una rivelazione che ebbi durante il periodo militare"

"Per me è bellissimo poter esporre le mie opere, che hanno bisogno di un pubblico, o come dico io "di maritarsi". Ad esempio quella enorme scultura in piazza a Letino, la "fratellanza universale", io l'ho donata senza alcun compenso. Per me però è importante entrare in paese e vederla lì, ergersi sul paesaggio, ed è come se ricevessi centomila lire ogni volta che la vedo. " Io volentieri farei arte solo per baratto, del tipo "io ti do una mia opera e tu mi i dai in cambio qualcosa che mi serve". Ma questa società me lo proibisce, io devo pagare il flex, l'elettricità e i materiali. Perciò la società ha una specie di debito verso di me."

Anche nel bar del paese troneggia una grossa foto di Stolu, al secolo Luigi Stocchetti, e nel ristorante in cui pranzo trovo decine di sue opere e quadri, un suo catalogo appeso al muro, e varie sculture nell'ampio giardino antistante. L'intera Letino funge da una unica massa che Luigi Stocchetti plasma e firma; come naturale controparte di chi dallo stesso luogo trae contemporaneamente la materia, l'ispirazione e la destinazione finale della propria opera.

Dedica tanto tempo alla scultura?

"Ma che importanza può avere... Che differenza può fare se per realizzare un'opera ci ho messo un minuto o cento ore. Vuoi sapere quanto tempo ci ho messo per scolpire quello che ho davanti?  A seconda di chi sei ti darò una risposta diversa".

Luigi Stocchetti è evidentemente contento di poter parlare della sua opera, e sperava che fossi un "critico d'arte". Gli spiego che io non sono un critico, ma una persona che ammira chiunque si dedichi all'arte, ed intendevo più semplicemente conoscerlo ed eventualmente pubblicarne l'intervista.

"I critici vanno, vengono, ma non si sa mai cosa e dove scrivono. Io comunico il mio entusiasmo, la mia energia, e lo faccio specialmente qui, a casa mia. Però leggo sempre di altri che sono famosissimi, vedo sempre gli altri sui giornali. Il mio attaccamento a Letino, dove vivo e lavoro, non mi porta fortuna."

Sto scrivendo un libro, con l'aiuto del mio parroco, che traduce in perfetto italiano quello che dico. Non so se senti le mie imperfezioni, ma l'importante è capire quello che dico, non come lo dico"

Mio padre aveva sempre questa illusione dell'estero. Vai in Svizzera, vai in Svizzera - mi diceva. Lui mi ha fatto lavorare fin da piccolo. Poi ci sono andato in Svizzera; ma lì si lavora sodo come qui. Ma io quando lavoro ho difficoltà perché penso continuamente alla scultura, ai libri. Con tutte le difficoltà che ho avuto in Svizzera non potevo tornare indietro da mio padre, sarebbe stata una sconfitta. E così siamo sempre dominati dall'ambiente in cui viviamo.

Ho sempre lavorato, ma parlo di lavoro manuale, duro, da muratore a fabbricante di mattoni, ma mi piace la manualità. Ogni cosa che vedo la voglio fare. Anche il Male mi affascina, ma per l'educazione familiare che ho ricevuto non ne seguo la strada.

Mi indica un quadro rosso vivo, su cui si è soffermato il mio sguardo. Stralunati volti di anime infernali sono in ascolto di un piccolo personaggio di spalle che li arringa concitato."In questo quadro ("Anime", foto a lato) c'è una persona in basso, di spalle che parla con le anime dei morti. La persona di spalle potrei essere io, o Gesù, o uno di noi, che sta avvertendo queste anime che anche loro possono uscire da lì, potersi salvare. Questo quadro è dipinto "dal nudo", come piace a me, cioè senza tracciare prima dei segni a matita sulla tela, ma usando direttamente il colore sulla tela e creando sull'istante. Ma questo è uno dei cento metodi differenti: il metodo principale rimane sempre il cervello."

Molti mi chiedono cosa mi spinge a fare quadri, che cosa significano ... Ma che devo spiegare? Io li faccio per sfogo, per amore, perché lo sento, poi vedete un pò voi che significato hanno"

 

© Caserta Musica & Arte - Febbraio 2001

 

Biografia

Luigi Stocchetti, lo scultore autodidatta  Stolu, è nato il 24.7.1940 a Letino (CE) dove risiede in via Colle Manni.

Luigi, ragazzo di un paese di montagna, ha capacità artistiche superiori alla norma, ma la sua creatività , il suo amore per il Bello non è capito, e quindi non valorizzato, né dai genitori né dai compaesani che lo definiscono ironicamente il “Michelangelo del Matese”.

Diventato giovane, Luigi  -seguendo le orme di tanti suoi compaesani andati alla ricerca della fortuna all’estero, a volte trovandola- si reca a lavorare in Europa, combattendo quasi quotidianamente con la voglia di piantare tutto e dare, finalmente, sfogo alla sua fantasia, far vivere quelle pietre che quasi quotidianamente toccava nel suo lavoro di muratore, liberare i mille personaggi imprigionati nei massi, che lui, solo lui, vedeva.

E torna , quindi, al suo paese natio, dove, appena può, incomincia il suo mutare pietre in opere d’arte, pur nella quotidiana lotta per la sopravvivenza. E, finalmente, giungono anche i primi riconoscimenti: la “Torre del Bramante” nel 1993; la medaglia d’oro “Città di Vigevano” ; la coppa della Provincia di Pavia, mostre, encomi, interviste. 

Galleria

cliccate per ammirare le opere a pagina piena


Cavaliere romano (2001)


Fratellanza Universale - 
Installazione a Letino (CE)


Anime - acrilico su tela
 (2000)


Scultura 1 in Via Rosselli, Caserta - vista frontale, (1999)


Scultura 1 in Via Rosselli, Caserta - vista laterale, (1999)


Scultura 2 in Via Rosselli, Caserta, (1999)


Senza titolo (2000)