ARTE: Beatrice Squeglia (data aggiornamento: 21 Ottobre 2001)

Beatrice Squeglia, pittrice e scultrice, è nata a Rionero in Vulture (PZ) nel 1944. Ha frequentato il Liceo Artistico di Napoli ed è stata titolare di cattedra nelle scuole di Stato.

Giovanissima tenne personali a Caserta e fu subito apprezzata ed incoraggiata a seguire la sua naturale vocazione artistica ed ad assecondare le sue grandi capacità creative. L’affidamento, nel 1963, dell’incarico di decorare con bassorilievi l’ingresso dei Magazzini Upim, a Caserta, la fece subito uscire dallo stretto ambiente casertano. Ma Beatrice Squeglia, invece di sfruttare questo momento favorevole, preferì rifugiarsi nell’intimo, quasi rifiutando il mondo degli artisti, e realizzarsi come sposa e madre.

Solo nel 1971 l’artista riprese a lavorare “portando con se un piglio aggressivo”, forse “pervasa dal timore di non essere più capace di lavorare”. Questo la portò a dipingere profili segnati intensamente che poi, più tardi, “si aprono ad espressioni più rasserenanti”. Quindi ritornò alla scultura con “figure raccolte, aggrovigliate nell’angoscia, nella solitudine, nel cieco e disperato pudore”. (Le citazioni riportate sono tratte da G.Agnisola: Ricognizione dell’arte di Beatrice Squeglia, 1975).

Ma Beatrice Squeglia, sempre timorosa di diventare “artista”, interrompe nuovamente la sua produzione.

Il caso e la sua arte le forniscono uno sprone violento ed inatteso. Durante le vacanze estive del 1976, il dottore Brunnel, direttore dell’Aeroporto internazionale di Orly (Parigi), la vede scolpire e subito la invita a tenere una mostra delle sue sculture nella hall di quell’aeroporto. La mostra, inquadrata nella settimana dell’Arte e sponsorizzata anche dall’Alitalia, conteneva opere della più recente produzione dell’Artista e la fece conoscere anche in campo internazionale con successo di pubblico e di critica. Scrisse Flavio Quarantotto, curatore della sceneggiatura della diapolicromia di presentazione dell’evento: ”L’interesse per l’uomo e per la sua condizione …e la capacità di cogliere nelle cose le linee di forza, nei soggetti animati le psicologia remota, legata alle formazioni ancestrali dello spirito hanno trovato nella produzione ultima un felice equilibrio che vale come sistemazione organica di una dinamica delle masse e della plastica,…”.

Ma ancora una volta Beatrice Squeglia si rinchiuse in se, rifugiandosi nella camera d’albergo mentre televisioni e giornalisti la cercavano.

Solo nel 1984, dopo altri sette anni di riflessione, l’Artista “si ripresenta al pubblico con nuovi interessi e nuove problematiche”, come scrive Antonio Marotta nel presentare le sue opere, “Le immagini dei corpi che si sciolgono, che si uniscono, che si rincorrono anche nelle curve, sforano nei giorni e la scultrice li ripropone come vicenda soggettiva, autonoma, con risonanze umane, spirituali, sempre con una esaltazione o partecipazione di notevole purezza” .

E ancora l’Artista si ritrae, si rincantuccia, si ripiega su se stessa e tace.

“Oggi -mi confessa in un colloquio franco e sereno- sono pronta per un incontro con gli altri, con la critica, con il pubblico che mi ha sempre affettuosamente circondata, anche per mostrare quanto ho lavorato in questi anni, nonostante tutto. Debbo darmi una scadenza, però, altrimenti altre cure prevarranno, … come in questi ultimi anni. Sarà marzo prossimo?”

Ha collaborato con il Roma con vignette di satira politica e recensioni artistiche.

Ha illustrato vari libri di poesia, tra cui “Armonia della Pietra” di Italo Di Benedetto.

Ha partecipato alla Mostra d’Arte nell’Aeroporto di Orly Ovest Parigi con recensioni su Le Figaro, France Soir, La Stampa, il Corriere della Sera, il Giorno, altri giornali italiani, nella TV italiana ed in quella francese.

Ha allestito mostre a Caserta (Galleria san Luca, Belvedere di san Leucio in Settembre al Borgo, al Circolo Ufficiali), a Napoli (via Chiaia e Bottega di Maria Chiariello), a Capri (Casa comunale).

Della sua attività di artista hanno scritto Giovan Battista Costanzo, Giorgio.Agnisola, Pasquale Maffeo, Fanny Monti, Vincenzo Perna, Gian Paolo Piccari, Flavio Quarantotto.

 

A cura di Lorenzo Di Donato

 © Caserta Musica & Arte - 2001

Galleria

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“Fedeltà”-1963-bassorilievo in scagliola alabastrino

“Momenti”: otto bassorilievi in scagliola alabastrino all’ingresso Upim- 1963

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“Figura” -1983- scultura in gesso

“Ettore”- 1983- gesso alabastrino

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“Eva”- 1970- gesso alabastrino

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“Maternità sofferta” -gesso alabastrino- 1973

“Histoire d’amour” - 1983- acrilico su tela

© Caserta Musica & Arte - 2001

 

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