ARTE: Angelo Pellegrino (data aggiornamento: Marzo 2003)

Angelo Pellegrino, nato a Frignano (CE), dove vive e lavora, è docente di discipline plastiche.

Principali mostre ed esposizioni:

1986 Premio V. Tropea, Accademia di Belle Arti, Napoli;
1987 Collettiva Artisti Contemporanei
1988 Museo Internazionale dell’etichetta, Cupra Montana; 
Collettiva Liternim;
1989 Pittura Scultura—Scultura Pittura, San Marco Evangelista CE;
1990 Arte e artigianato, Jazz Club Lenny Tristano, Aversa;
Prima biennale Internazionale di Malta, La Valletta;
Galleria il Quadrato, Vicenza;
Galleria Thelesma, Roma; 
Biblioteca comunale, Treviso;
Arte e territorio, Convento delle Suore Francescane, Frignano (CE);
1997 Il mestiere dell’arte, Settembre al Borgo, Caserta Vecchia;
1998 I Nuovi Angeli, a cura di R.B.Gamberdella, Caserta Vecchia;
1999 Incontri d’Arte, Palazzo dei Vescovi, Caserta Vecchia;
2000 Prima mostra nazionale di arte sacra, Giubileo 2000, Maddaloni (CE)
2002 Galassia Gutenberg, Napoli, Libri d’arte
a cura di A. di Grazia per OFFICINAE—ARTIS
2002 Intime terre e contrabbasso, Caserta Vecchia 
2002 Intime terre e trame d’oriente, S.Maria C.V. centro Persepolis
2003 Galassia Gutenberg, Napoli, Libri d’arte
a cura di A. di Grazia per OFFICINAE—ARTIS.


Angelo Pellegrino
fantasmi d’argilla
di R. B. Gambardella
Angelo Pellegrino ha cominciato a sperimentare possibilità e tecniche di vari materiali alla fine degli anni ottanta; ha attrezzato uno studio-laboratorio nella città in cui risiede, Frignano, e ha avviato un plurivalente programma di ricerca, rivolto all’oggetto di serie, ma aperto a potenzialità diverse del manufatto in relazione a stranianti suggestioni. La sua formazione di scultore (è stato allievo di Gerardo Di Fiore) regola l’impostazione del laboratorio, che ha il carattere della bottega rinascimentale, frequentata da attenti allievi che partecipano attivamente alle realizzazioni. La conoscenza e la manipolazione della materia, la comprensione delle sue caratteristiche attraverso i procedimenti di lavorazione, è la base di ogni progetto, di ogni sviluppo. L’argilla rivela illimitate possibilità figurali a chi ne intenda il carattere e la naturale propensione nell’elaborazione. Angelo Pellegrino ha stabilito con questo materiale una forte sintonia, con soluzioni che ne utilizzano con finezza le proprietà reologiche, i tempi di essiccazione, il comportamento in fase di cottura, ecc. La caratterizzazione di superfici e di fogge, textures di inusuali vasi, portalampada ed altri oggetti ha costituito inizialmente un intenso momento di scoperta ed impegno, e che ha avuto come prevedibile estensione in fasi più recenti, la considerazione di nuovi più singolari intendimenti dell’oggettistica. Comincia con la realizzazione di medaglioni per parete a forma di tappo (il prototipo è il piccolo arnese metallico dal bordo ondulato) con fantasie alludenti a misteriose presenze antropiche, denunciate da gambe e braccia, ma per ogni altro aspetto non manifeste, come evidenziato anche da finestre e varchi -privi di figure- caratterizzanti le composizioni. La tematica viene sviluppata nella collezione di terrecotte presentata da Officinae Artis, intitolata “Human Shapes”; l’oggetto, in forma di improbabile applique , è in questa ultima produzione caratterizzato da un guscio che richiama l’idea della conchiglia. Idea forse ispirata dalla varietà dei nicchi abitati da foraminiferi e miliolidi, strutture sicuramente ormai vuote quando vengono ritrovate sulla spiaggia. A tante diversificate ‘case’ corrispondono multiformi creature ed inverosimili disparati modi di vivere; qualcosa del genere si verifica per gli esseri umani, che si costruiscono virtuali bozzoli, sfere prossemiche di affetti, di oggetti, di spazi esteriori, o luoghi nascosti e privati, e ‘varchi’ che consentono di passare dal ‘dentro’ al ‘fuori’ di un altalenante meccanismo psichico. L’ io conosce con percezione diretta, della propria corporeità, braccia e gambe, e scruta il proprio ‘intorno’, sospeso tra estensione della mente e ricerca di spiragli in diaframmi che limitano la vista interiore. Cosa avverte l’io vagante? In che modo scrutando il contesto individua di riflesso il proprio essere? Quali tipi umani emergono dalla analisi delle tante dimore che incessantemente materializziamo? Questioni sulle quali Angelo Pellegrino riflette confezionando inquietanti meccanismi mossi da leggerezza e sogno.

Galleria

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Opere esposte alla personale "Human Shapes", Marzo 2003, Officine d’Angiò di Santa Maria Capua Vetere.

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